Covid in Lombardia, Fontana prosciolto per il ‘caso camici’. E lui ora ripensa a ricandidarsi alla Regione

Il Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana

Il processo non ci sarà. Per il gup Chiara Valori del Tribunale di Milano, l’inchiesta a carico del governatore della Lombardia Attilio Fontana sull’affidamento del 16 aprile 2020 della fornitura da oltre mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione si ferma al giro di boa dell’udienza preliminare.

«Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste» è la formula che nel primo pomeriggio accompagna la chiusura del caso giudiziario che alimentò le già numerose critiche mosse a Fontana per la gestione dell’emergenza Covid. Il proscioglimento ha riguardato anche il cognato di Fontana, Andrea Dini, titolare della società Dama cui fu affidata al fornitura; Filippo Bongiovanni (ex dg di Aria, centrale acquisti regionale), Carmen Schweigl (dirigente della centrale acquisti regionale), e Pier Attilio Superti, vicesegretario generale della Regione. Gli imputati rispondevano di frode nelle pubbliche forniture.

Secondo l’impostazione accusatoria tratteggiata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pubblico ministero Paolo Filippini, la società Dama – in base al contratto del 16 aprile 2020 – si era ‘obbligata’ a fornire ad Aria 75mila camici e altri 7mila set di Dpi che l’amministrazione regionale stava acquistando per 513mila euro. Quando emerse il conflitto di interessi (la moglie di Fontana a vela il10% di Dama), gli imputati – era la tesi della procura – avrebbero tentato «di simulare l’esistenza» dall’inizio «di un contratto di donazione» per i 50mila camici già consegnati, mentre la restante parte, 25mila pezzi, non arrivò più ad Aria. Da qui l’accusa di frode in pubbliche forniture con danno «all’interesse della pubblica amministrazione e ai cittadini».

Una tesi, però, che non è stata condivisa dal gup, che ha ritenuto il fatto insussistente alla luce degli elementi prodotti dalla procura: nessun illecito, bensì una fornitura che si è trasformata in donazione e che ha consentito alla Regione “di risparmiare 513 mila euro”. Non c’è mai stata, per la difesa di Fontana, «alcuna gara, ma una offerta d’urgenza accettata come fornitura a pagamento» di dpi che poi «si è deciso di donare». Per togliere il presidente “dall’imbarazzo”, come aveva raccontato Dini. I pm hanno ricostruito che Fontana avrebbe tentato di risarcirlo del mancato incasso con un bonifico di 250 mila euro da un conto svizzero. Conto su cui fu aperta un’inchiesta autonoma per falso in voluntary disclosure e autoriciclaggio archiviata, così come finì con l’archiviazione nel 2020 un’altra indagine per abuso d’ufficio.

«Ho cercato di spiegare che era una vicenda così semplice solo per il fatto che la Regione non aveva alcun tipo di danno, anzi aveva avuto un vantaggio. L’accusa non era sostenibile in giudizio», ha commentato il legale di Attilio Fontana, Federico Papa. «Dicevano che il presidente aveva speculato in un momento difficile, un qualcosa che è andato oltre l’indagine penale – ha aggiunto l’avvocato – ma oggi si è risolta nel migliore dei modi». Insomma, «una gioia per il presidente, per la sua famiglia e non nascondo che è anche una gioia professionale». L’udienza preliminare «normalmente è un’udienza dove andiamo e diciamo poco e niente – ha concluso – in questo caso abbiamo deciso di discuterla perché era una vicenda cosi’ semplice che poteva essere risolta già in questa fase come è successo». E’ sarcastico il commento dell’avvocato Jacopo Pensa, anche lui legale di Attilio Fontana. «Meno male che non c’è Davigo, perché direbbe che sei colpevole ma te la sei cavata. Invece oggi c’è stata una manifestazione di giurisdizione come raramente avviene in un’udienza preliminare. Non ci sono mai stati favoritismi in famiglia» e «la Regione ha risparmiato una cifra attorno ai 500mila euro. Si sono inventati un capo di imputazione lungo così pieno di anacoluti».

Si può rilassare Attilio Fontana, che però non dimentica i giorni caldi dell’inchiesta: «La vicenda mi lascia molta amarezza soprattutto per le tante cattiverie che sono state dette nei miei confronti anche da molti politici: ora sto ricevendo messaggini da molti amici e politici. Credo si debba sempre contestualizzare i miei comportamenti riferiti ai momenti in cui mi trovavo e alla drammaticità di quei momenti». Il Governatore, adesso, può anche pensare a un bis: la sentenza di proscioglimento dal caso camici «sicuramente mi da’ molta più serenità, cosa emotivamente importante. Sapere di avere un procedimento in corso, per chi è stato sempre rispettoso della legge, non fa piacere».

Ad ogni modo «quando deciderò, convocherò una conferenza stampa», si è limitato a dire. Mentre il ministro Giancarlo Giorgetti gli ha fatto gli auguri «per i prossimi 5 anni di sviluppo della Lombardia” con parole che sanno di endorsement. E sul punto è intervenuto anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, secondo il quale la sentenza «aggiungerà possibilità al fatto che Fontana si ricandidi».

venerdì, 13 Maggio 2022 - 23:07
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