Pnrr, Carfagna ai politici: «Lavorare oltre le ideologie, ultima chance per il Sud». Guarino: «Servono persone competenti»

di Laura Nazzari

I fondi del Pnrr, le Zes e poi gli interventi sulle strade. Un’azione concentrica e massiccia indirizzata sul Sud che non s’era mai vista prima.

In occasione della conferenza programmatica ‘Capitale Mezzogiorno’ organizzata da ‘Noi con l’Italia’ e tenutasi ieri, 7 giugno, all’Hotel Mediterraneo a Napoli, il ministro del Sud e della Coesione territoriale Mara Carfagna suona la sveglia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: «E’ un’occasione, forse ultima, per ricucire il divario territoriale nel nostro Paese». E richiama al gioco di squadra, oltre le appartenenze partitiche, gli amministratori pubblici, ché la gestione dei fondi del Pnrr e la capacità di investirli in maniera sapiente per il rilancio dei territori è tutta nelle loro mani: «Le classi dirigenti meridionali dovranno essere all’altezza. Io credo che bisogna lasciare alle spalle la stagione delle divisioni ideologiche, dei protagonismi, della propaganda che sono dannose».

Bisogna invece remare in una sola direzione, sfruttando le risorse che Mara Carfagna rivendica di avere portato in dote al Mezzogiorno. A cominciare dalle Zes (Zone economiche speciali), che – incalza il ministro – «rappresentano il cuore della nostra scommessa di sviluppo».

Grazie a un modello burocratico, si spera di superare le perplessità degli investitori che guardano con spavento alla burocrazia italiana: «Gli investitori ora avranno un solo numero di telefono da fare, quello dei commissari, e una sola autorizzazione da compilare», dice Mara Carfagna. «Ciò che sarà determinante in questa nuova stagione – incalza il ministro – è la capacità di partecipare ai bandi».

Quanto alle idee, il ministero del Sud e della Coesione territoriale ce la sta mettendo tutta. Un altra tessera che si vuole aggiungere al mosaico dello sviluppo del Mezzogiorno è la creazione di un circuito virtuoso tra impresa, università e ricerca: «Noi vogliamo creare, in ogni realtà del Mezzogiorno, un ecosistema come quello realizzato dalla Apple e dall’Università Federico II a San Giovanni a Teduccio». L’obiettivo finale è «costruire un Sud più moderno, più efficiente, e più connesso, anche sul fronte della digitalizzazione».

Un Sud che non tiri a campare grazie all’assistenzialismo. «Un Sud non assistito è un Sud che non pesa sulle finanze pubbliche. I vari sussidi che pure ci sono stati hanno dato sollievo ma non hanno creato sviluppo». E, dunque, bisogna voltare pagina.

L’occasione è ghiotta, ché stavolta sul tavolo ci sono milioni di euro da sfruttare. Ma, come osservato dal ministro Carfagna e come poi sottolineato dall’avvocato Riccardo Guarino, presidente del movimento politico ‘Rinascimento partenopeo’, lo scatto in avanti più avvenire solo con le persone giuste. Competenze che, osserva Guarino, ad oggi sono mancate. «Su Napoli Capitale del Mezzogiorno c’è tanta retorica. La verità è che Napoli non è capitale niente da 200 anni. Nessuno ha fatto niente per farla tornare ad essere centrale non solo nel Meridione ma nell’intera nazionale – spiega Guarino nel corso del sup intervento alla conferenza programmatica di ‘Noi con l’Italia’ – La classe dirigente di questo paese, nel corso dei decenni, ha fallito. E ora più che mai è necessario uno scatto di reni, affidandosi a persone competenti».

Guarino sottolinea che il momento è propizio per un cambio politico generazione e culturale: «Abbiamo la fortuna di avere un ministro per il Sud come Mara Carfagna che ha la forza di volere incidere nell’azione politica, che deve essere da sprone per noi meridionali. Ebbene, oggi c’è un’occasione importante e le occasioni vanno colte mettendo attorno le persone. Si deve fare uno slancio importante, senza protagonismi e senza schemi di parte». Uno slancio, è il ragionamento di Guarino, cui sono chiamati soprattutto i cittadini in occasione dei momenti elettorali. «Siamo impegnati in tre comuni del Cilento per il rinnovo dei Consigli comunali – racconta Guarino – Qui non esiste politica, non esiste un comizio, una sede di un partito, un luogo di aggregazione. Ma la politica non è campagna elettorale. La politica è cultura, far capire alle persone che c’è prospettiva, un futuro per il quale lottare. Quindi innanzitutto dobbiamo lottare contro questo disimpegno soprattuto delle nuove generazioni, che purtroppo non restano al Sud. E questo continua ad aumentare le distanze. Io penso che dobbiamo fare un investimento culturale, di coscienza, sulle persone giuste. Bisogna fare qualcosa in più».

Il rinnovamento della classe dirigente politica invocato da Guarino potrebbe passare, secondo l’ex senatore Francesco Pionati, presidente di Alleanza di Centro unita da un matrimonio politico a ‘Noi con l’Italia’ di Maurizio Lupi, attraverso la guerra ai trasformisti della politica: «Gli esponenti del trasformismo – dice Pionati – sono la classe peggiore che questo paese può avere. Basterebbe tenere fuori queste persone per fare un passo in avanti». Altro tema toccato da Pionati è quello della legalità che dovrebbe essere preteso dalle forze politiche e che in vista dell’arrivo dei fondi del Pnrr diventa più che mai attuale: «Dobbiamo sostenere l’iniziativa del sindacato, della magistratura e fare blocco contro il fenomeno della corruzione che è dilagante nel Mezzogiorno». Fare di più, quindi. Perché, è la conclusione di Maurizio Lupi, «bisogna creare le condizioni per far sì che l’Italia torni ad essere grande».

mercoledì, 8 Giugno 2022 - 15:41
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