Casoria, uccise il fidanzato della sua ex: condannato a 20 anni. Il padre della vittima: «L’ergastolo lo scontiamo noi»

Gianluca Coppola, ucciso a Casoria l'8 aprile 2021

Ucciso perché l’ex fidanzato della sua compagna non accettava quella relazione. Era l’8 aprile del 2021 quando Gianluca Coppola, 27 anni, fu ferito a colpi di pistola davanti al padre e morì in ospedale un mese dopo.

Per quel delitto Antonio Felli, nipote di un boss del clan Moccia, è stato condannato, nella giornata di ieri, a 20 anni di reclusione all’esito del processo che si è definito dinanzi ai giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Teresa Annunziata).

Il pubblico ministero Ivana Fulco, nella requisitoria del 30 giugno, aveva invece sollecitato la pena dell’ergastolo. I giudici, tuttavia, hanno optato per una pena più contenuta rispetto alle richieste della procura perché hanno modificato parzialmente il rosario delle contestazioni: l’imputato ha visto cadavere l’aggravante mafiosa ma anche quella dei motivi futili e abietti. 

Delusione e rabbia da parte dei familiari di Coppola. «Noi, l’ergastolo, lo stiamo scontando da quando hanno brutalmente ucciso mio figlio proprio davanti ai miei occhi. Grazie al rito abbreviato la condanna è passata da 30 a 20 anni, alla fine Felli sconterà circa 10 anni di carcere per aver levato la vita a un ragazzo che era nel fiore degli anni, gran lavoratore e che non aveva mai fatto del male a nessuno», è lo sfogo di Roberto Coppola, padre di Gianluca. Roberto ha atteso in aula la lettura della sentenza insieme ai suoi legali, a rappresentanti della fondazione Polis e al consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. «Ci hanno levato tutto – ha proseguito Coppola – anche la possibilità di avere giustizia. Quella di stamane (ieri per chi legge, ndr) è semplicemente una condanna ridicola che autorizza queste persone ad armarsi e uccidere di nuovo. E’ una sconfitta non solo per noi ma di tutti quanti, anche dei giudici. Siamo solo tanto delusi oggi i giudici hanno ucciso per la seconda volta mio figlio».

Dal canto suo Borrelli, dopo aver sottolineato che «se il carcere deve rieducare il primo passo deve essere scontare la giusta punizione», fa appello alla Procura «affinché proceda rapidamente a impugnare questa sentenza”. Inoltre, «poichè in passato sono già stati pubblicati sui social video celebrativi dell’assassino di Gianluca Coppola – spiega – e poiché si è sparsa voce di una festa pubblica con tanto di fuochi pirotecnici da parte dei familiari e amici di Felli, abbiamo chiesto alle forze dell’ordine e al comune di Casoria di organizzare un controllo straordinario nella zona dove abitano per evitare di assistere all’ennesimo affronto e sfregio verso un ragazzo che è morto. Sempre più spesso ci capita di vedere al termine di un processo i carnefici e i delinquenti che ridono e festeggiano e le vittime che piangono e si disperano». 

L’omicidio, come ricostruito dagli inquirenti, si consumò per ragioni sentimentali. Felli aveva avuto una fidanzata con la quale si erano interrotti dieci anni fa. La ragazza aveva poi iniziato una storia con Coppola, cosa che Felli non accettava. Coppola fu sorpreso mentre si trovava sotto casa a Casoria in compagnia del padre. Felli esplose contro Gianluca l’intero caricatore. Gianluca morì 40 giorni dopo in ospedale. Felli invece si costituì 22 giorni dopo il delitto, facendo ritrovare anche la pistola. 

venerdì, 15 Luglio 2022 - 09:13
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