La mappa della camorra a Napoli Ovest: chi comanda e chi è in guerra tra Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura e Soccavo

di Gianmaria Roberti

Napoli Ovest è un’area dagli equilibri di camorra instabili, anche per la sempiterna aspettativa di riqualificazione, quindi di ulteriori stanziamenti di risorse pubbliche. Ed è dunque segnata da crescenti contrapposizioni, e scossa da un’escalation di paura. Sullo sfondo, sembra emergere l’influenza dell’Alleanza di Secondigliano, uno dei due grandi cartelli criminali, con i Mazzarella, a controllare gli affari illeciti di città e provincia. Il quadro è tratteggiato dall’ultima relazione della Dia, relativa al secondo semestre 2021.

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«La zona occidentale di Napoli, nel corso degli anni, è stata sempre caratterizzata da una elevata pluralità di gruppi camorristici che – scrivono gli analisti della Direzione investigativa antimafia, riportando stralci di un decreto di fermo della Dda partenopea – rispecchia fedelmente le realtà sociali ed urbanistiche dei singoli quartieri, Fuorigrotta, Soccavo, Pianura e Bagnoli, nonché la concomitante presenza all’interno di questi comprensori di cosche malavitose particolarmente agguerrite: i Grimaldi ed i Vigilia a Soccavo, i Bernardo, i Puccinelli ed i Cutolo nel Rione Traiano, territorio ad altissima densità criminale rientrante nel quartiere di Soccavo, i Baratto ed i Troncone a Fuorigrotta, i Lago, poi soppiantati dai Marfella-Pesce a Pianura, i D’Ausilio a Bagnoli, che hanno determinato nel tempo la continua composizione e lo sfaldamento di alleanze e di equilibri … a seconda degli interessi in gioco e delle situazioni contingenti, con il periodico acuirsi di violenti scontri provocati dalla necessità di evitare sconfinamenti territoriali da parte delle cosche avverse e di mantenere in maniera monopolistica il controllo dei mercati illeciti nell’ambito del proprio territorio».

In questa «suddivisione dei territori e del relativo controllo sugli stessi – afferma la relazione – ne hanno approfittato negli anni i Licciardi, i Contini ed i Mallardo (famiglie rientranti in quello che definito il cartello storico della criminalità organizzata ossia l’Alleanza di Secondigliano) che, nella prospettiva di investimenti pubblici di notevole rilievo da parte dello Stato, hanno sempre avuto dei referenti (gestori di esercizi commerciali quali bar o pizzerie) sulla zona al fine di poter intercettare in anticipo i fondi destinati all’area occidentale di Napoli. Da ultimo… deve sottolinearsi come le attuali fibrillazioni registratesi tra Bagnoli e Fuorigrotta (soprattutto a seguito dell’omicidio di stampo chiaramente camorristico avvenuto il 15 marzo 2021…) siano in realtà riconducibili alla strategia espansionistica del gruppo attualmente egemone su Bagnoli … che, forte del rapporto instauratosi con il clan Licciardi, lascia intravedere segnali di espansione verso il quartiere di Fuorigrotta, oggi più che mai quartiere privo di un leader».

In tale «panorama di influenze e controlli “macrocriminali”, si inserisce – osserva la Dia – la struttura organizzativa riferibile al gruppo camorristico Troncone». Secondo gli investigatori, «la ricostruzione delle principali presenze e dinamiche associative registrate nell’area conferma quindi l’interesse del clan Licciardi verso i quartieri di Bagnoli – Cavalleggeri d’Aosta dove il clan D’Ausilio risulta indebolito dallo stato detentivo in cui si trovano i suoi esponenti apicali. Ciò avrebbe consentito il consolidamento del gruppo Esposito alla cui direzione» collaborerebbe «la moglie del capoclan agli arresti domiciliari». Il sodalizio «con il supporto dei Licciardi starebbe attuando una strategia espansionistica anche verso il quartiere di Fuorigrotta, causando scontri che direttamente e/o indirettamente si riverberano anche nel limitrofo Rione Traiano».

Come evidenziato dalle indagini della Procura, citate dalla relazione, «la situazione di fermento nell’intera area – si legge nel documento della Dia – sarebbe trascesa con l’omicidio di un anziano boss appartenente allo storico clan Bianco-Baratto (di Fuorigrotta, ndr) consumato il 15 marzo 2021 cui sono conseguite reiterate stese di camorra. Dopo la morte del boss approfittando dello stato di detenzione dei vertici degli altri clan del quartiere il gruppo Troncone alleato con i narcotrafficanti Zazo-asse Mazzarella e ricompattato attorno al capoclan scarcerato nel dicembre 2020 avrebbe tentato di affermare la propria supremazia sul territorio provocando la reazione degli altri sodalizi (clan Bianco-Baratto cd. dei calascioni, Iadonisi e Cesi). Allo scopo di frenare i Troncone il gruppo Iadonisi del rione Lauro (Alleanza di Secondigliano) avrebbe stretto rapporti con il clan Sorianiello del quartiere Soccavo». E in «tale stato di tensione» sarebbe «maturato l’omicidio il 10 novembre 2021 di un elemento di spicco del clan Troncone nipote del menzionato capoclan successivamente egli stesso gravemente ferito in un agguato il 23 dicembre 2021». Infine – gli inquirenti ipotizzano – «probabilmente come replica il 1° gennaio 2022 è stato ucciso un pregiudicato vicino agli Iadonisi».

Invece, «sugli assetti criminali nel quartiere Pianura è intervenuto il provvedimento cautelare eseguito il 17 settembre 2021 dalla Polizia di Stato a carico di 8 esponenti del clan Marfella-Pesce ritenuti responsabili di aver costituito una stabile struttura organizzativa finalizzata al traffico di stupefacenti con l’aggravante di aver commesso il fatto allo scopo di agevolare le attività e gli scopi criminali del clan». L’indagine avrebbe «peraltro consentito di individuare anche gli autori di un omicidio avvenuto il 13 dicembre del 2016 con le aggravanti della premeditazione e della mafiosità per finalità e metodo. Il movente dell’omicidio sarebbe stato da ricondurre alla volontà di colpire un soggetto vicino al reggente del contrapposto clan Mele al fine di garantire il predominio del clan Marfella “dimostrando alla popolazione del quartiere tutta la forza militare e la ferocia dell’organizzazione cui appartenevano”».

E veniamo alle fasi più recenti. «Successivamente alla disarticolazione degli storici sodalizi criminali – ricostruisce la Dia – il territorio» sarebbe «ormai divenuto feudo di nuove organizzazioni subentrate nella gestione delle piazze di spaccio in particolare dei Calone-Marsicano eredi del clan Mele e dei Carillo-Perfetto eredi del clan Pesce-Marfella. Ai fragili equilibri tra le opposte fazioni desiderose di acquisire il controllo dell’illecito mercato, potrebbe ricondursi l’omicidio di un pregiudicato gravitante nel descritto contesto avvenuto il 20 agosto 2021». La relazione della Dia non menziona, ovviamente, l’operazione del 14 luglio scorso. Un blitz della Polizia da 34 arresti, inferto alle due presunte organizzazioni in guerra (Calone-Esposito-Marsicano e Carillo-Perfetto). Gli sviluppi saranno oggetto delle prossime relazioni semestrali.

Per quanto riguarda «il complesso edilizio di case popolari che insiste nel Rione Traiano – riferisce la Dia – le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno contribuito a ricostruirne gli assetti nella gestione delle diverse piazze di spaccio confermando la convivenza tra i Puccinelli-Petrone e i Cutolo questi ultimi nella zona c.d. “della ‘44’” conosciuta anche come “a zona ‘e vascio” storicamente sotto l’egida dell’Alleanza di Secondigliano». Una presenza sempre incombente.

martedì, 4 Ottobre 2022 - 12:01
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