Beni confiscati, report di Libera: «In Campania il 38,4% dei comuni non pubblica l’elenco. Idem la regione»


Su 138 comuni campani monitorati, destinatari di beni immobili confiscati, in 53 ancora non pubblicano l’elenco sul loro sito internet. Non lo pubblica nemmeno la Regione Campania. E nella regione, il 38,4% dei comuni è ancora totalmente inadempiente. Sono alcuni numeri della II edizione di Rimandati Campania, il focus regionale di Libera sullo stato della trasparenza dei Beni Confiscati nelle amministrazioni locali
campane, con i dati aggiornati.

Il punto di partenza è il Codice Antimafia, il quale obbliga gli Enti locali destinatari di beni confiscati – anzitutto i comuni, ma anche le province e le regioni – a pubblicarne l’elenco completo. In Campania, la Provincia più virtuosa è quella di Salerno: ha una percentuale di comuni che pubblicano l’elenco al 73%: sono 19 comuni su 26. Sette i comuni, inoltre, hanno raggiunto il punteggio pieno di 100/100. Tra questi, spicca Napoli, insieme a Villa di Briano (Ce), Pompei (Na), Pozzuoli (Na), Baronissi (Sa), Olevano sul Tusciano (Sa), San Cipriano Picentino (Sa).

«I dati raccolti ed elaborati nelle pagine del report – si legge nella ricerca – dimostrano che l’esame di riparazione a cui erano stati “rimandati” i comuni campani destinatari di beni confiscati dopo la prima edizione dello scorso anno ha sortito un qualche effetto, determinando certamente un passo avanti, per alcuni comuni assolutamente decisivo e importante. Si è passati infatti da una percentuale di pubblicazione del 50,4% (dati 2021) ad una del 61,6% (dati 2022)».

In Campania – stando ai dati del portale OpenRe.g.i.o estratti il 15 aprile 2022 – sono 2656 i beni immobili confiscati. Il dato si riferisce agli immobili destinati, quelli cioè già trasferiti al patrimonio indisponibile dei comuni nei quali insistono. La distribuzione per province vede in testa la città metropolitana di Napoli con 1341 particelle confiscate e destinate. A seguire, la provincia di Caserta (805) e quelle di Salerno (311), Avellino (87) e Benevento (21). 138 i comuni che compaiono nell’elenco degli Enti destinatari di beni immobili in confisca definitiva. A queste cifre vanno aggiunte quelle relative ai tre Enti sovrateritoriali, destinatari di beni confiscati. Vale a dire la Regione Campania con 3 beni immobili destinati, la Città metropolitana di Napoli con 82 beni immobili destinati e la Provincia di Avellino con 3 beni immobili destinati (per un totale di 88 beni immobili destinati).

«Non soddisfacente – sottolinea il report – è il quadro emerso dall’analisi sui 3 Enti sovraterritoriali monitorati in Campania, in particolare in relazione alla mancata pubblicazione dell’elenco da parte della Regione». Nel rapporto regionale di Libera viene fotografata anche la capacità di risposta delle amministrazioni locali alle domande di accesso civico, con le quali, successivamente ad una prima ricognizione, è stata richiesto agli Enti locali di pubblicare o aggiornare gli elenchi.

«Sulle 138 domande inoltrate ai comuni – spiega il report-, la risposta è arrivata solo in 50 casi. Ciò significa che il 64% dei comuni cui è stata inviata la richiesta di pubblicazione o di aggiornamento dell’elenco non ha risposto, disattendendo in questo modo ad una precisa previsione normativa, secondo la quale gli Enti della Pubblica Amministrazione, interrogati dai cittadini con gli strumenti previsti dalla legge, hanno l’obbligo di rispondere entro trenta giorni».

In questa regione, la ricerca ha un certo rilievo. «È in Campania – commenta Riccardo Christian Falcone, responsabile beni confiscati Libera Campania – che l’esperienza di monitoraggio civico alla base di RimanDATI ha avuto una sua prima organica e strutturata sperimentazione sin dai primi mesi del 2020. Al gruppo di lavoro campano dedicato al tema del monitoraggio civico dei beni confiscati si deve, infatti, la prima azione territoriale di raccolta ed elaborazione dei dati successivamente estesa a tutto il territorio nazionale. E, altresì, la prima sperimentazione della fase successiva di produzione delle domande di accesso civico per chiedere la pubblicazione dei dati, estesa, per la seconda edizione del report nazionale, ad altre quattro regioni. Percorsi che hanno segnato, insomma, un modello di riferimento».

Tuttavia, «nonostante i significativi passi in avanti dimostrati dal confronto tra la prima e la seconda edizione – aggiunge l’esponente di Libera – le risultanze di RimanDATI Campania 2022 dimostrano quanto il lavoro che abbiamo davanti sia ancora lungo e difficile. Ciò che impone a tutti, istituzioni, cittadini e società civile organizzata, di assumersi meglio e di più la propria parte di responsabilità. Il nostro orizzonte resta la piena conoscibilità e fruibilità dei dati e delle informazioni sui beni confiscati come strumento di facilitazione dei processi di riutilizzo sociale. In questa prospettiva, continueremo a lavorare».

martedì, 15 Novembre 2022 - 14:17
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