Assolto dall’accusa di omicidio per una intercettazione trascritta male: in primo grado era stato condannato all’ergastolo

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Assolto dall’accisa di omicidio per un errore di trascrizione delle intercettazioni. La storia arriva dalla Calabria ed è raccontata dall’Ansa. Per un presunto errore nella trascrizione di un intercettazione, un 35enne è stato condannato in primo grado per un omicidio; accortisi dell’errore, i giudici lo hanno assolto.

A ribaltare la sentenza sono stato i giudici della Corte di appello di Catanzaro che hanno assolto Francesco Pannace dall’accusa di avere  ucciso Carmelo Polito, 48 anni, ammazzato nel marzo del 2011 a San Gregorio d’Ippona mentre teneva per mano il figlio di 6 anni affetto da autismo. Il delitto era stato ripreso dalle telecamere del circuito di videosorveglianza installate in un’officina meccanica nei pressi del luogo del delitto.

Per quell’omicidio, Pannace è stato condannato all’ergastolo in primo grado; in appello, però, è stata disposta la perizia sulla trsscrizione di una intercettazione richiesta dai difensori di Pannace, gli avvocati Giuseppe Alvaro e Giovanni Puteri, che aveva fatto riaprire l’istruttoria dibattimentale, e che ha portato a cambiare i termini della frase incriminata.

Pannace viene intercettato mentre parla con un’altra persona. Negli atti le sue parole vengono trascritte così: «Hai saputo? Mi hanno incastrato per l’omicidio Polito». Con la nuova consulenza invece ecco che viene fuori la frase corretta: «Hai saputo cosa si dice in giro? Che mi hanno incastrato per l’omicidio Polito».

   Nel corso del dibattimento gli avvocati Puteri e Alvaro hanno inoltre evidenziato la discordanza delle dichiarazioni rese dai vari collaboratori di giustizia nonché l’assenza di certezze che l’autore del delitto fosse Pannace in particolare per due elementi: la scarsa qualità delle immagini e il fatto che il presunto responsabile, che agì con un complice, avesse il volto travisato da un passamontagna che ne ha reso impossibile il riconoscimento diretto.    Per l’accusa, Polito sarebbe stato ucciso in quanto considerato un soggetto aggressivo e prepotente «solito ad andare in giro a chiedere soldi o a prendersi le cose senza pagare il prezzo». La vittima era nota alle forze dell’ordine per furto, rapina, omicidio e tentato omicidio e, secondo l’accusa, sarebbe stata uccisa per uno schiaffo dato due anni prima allo zio del presunto assassino e anche per dei «buffetti sulla guancia» a mo’ di richiamo dati in carcere a Rosario Fiorillo, alias “Pulcino”, considerato elemento del clan dei piscopisani.

venerdì, 9 Dicembre 2022 - 10:50
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