La nuova crociata di Fdi che non piace a tutta la maggioranza: cancellare lo Spid. Ira Renzi, tecnici contrari: «E’ un errore»


Spid sì, Spid no. Sotto Natale Fratelli d’Italia solleva una nuova bufera polemica e nel giro di poche ore è costretta a rimodulare il tiro. Se in prima battuta si era manifestata la volontà di cancellare l’esperienza dello Spid per puntare tutto sulla carta di identità elettronica, nel corso delle ore il Governo ha annunciato una «valutazione concordata con tutti gli stakeholder coinvolto», lasciando poi al deputato di Forza Italia Alessandro Cattaneo il compito di chiarire che la volontà non è eliminare lo Spid ma correggere delle criticità dello strumento.

Tant’è, la miccia della polemica si è accesa. E da 48 ore brucia ancora. Il più arrabbiato è sempre Matteo Renzi, che – dopo l’abrogazione del bonus Cultura in favore dei neo 18enni – vede preso di mira un’altra delle sue misure. «Nell’ottobre 2014 ho firmato il DPCM istitutivo dello SPID su proposta di Marianna Madia. Oggi 33 milioni di persone usano questo strumento di modernità. E la Meloni dopo 18App vuole cancellare anche questo. Ma perché rovinare ciò che funziona?», ha scritto.

Si allineano anche Azione (federata con Iv) e +Europa. «Lo Spid, il Pos, le ricette elettroniche sono entrate nelle abitudini degli italiani perché semplificano, e quindi migliorano, la vita delle persone. È un processo evolutivo il cui motore è il progresso e la tecnologia al servizio del benessere. Perché tornare indietro? Questa guerra antipopolare al progresso e alla tecnologia racconta bene l’ideologia retrograda e reazionaria di questo governo, nelle piccole come nelle grandi cose», dichiara Giordano Masini, coordinatore della segreteria di Più Europa. «Perché – sottolinea – dovremmo preferire ricominciare a fare le file in ambulatorio per le ricette, o all’Inps e all’agenzia delle entrate? Perché non dovremmo sentirci liberi di non usare il denaro contante dal momento che esistono strumenti più agili e sicuri per i pagamenti? Essere ‘conservatori’ significa questo? La fatica nei rapporti con la pubblica amministrazione è una tradizione da conservare? Sono beni da tutelare e proteggere le code degli anziani dal dottore, la mattina presto per non perdere il posto? Sembrerebbero questioni ‘da poco’ se non fossero questioni ‘da molti’, nel senso che sono piccole cose che riguardano la qualità della vita quotidiana di molti, di tutti noi», conclude Masini.

Contestazioni arrivano anche dal Movimento 5Stelle. Dice la senatrice Barbara Floridia: «Dopo la lotta (persa malamente) ai pagamenti digitali ora il governo di Giorgia Meloni se la prende con le identità digitali. A oggi oltre 30mln italiani utilizzano #SPID, con un incremento di +30% rispetto al 2021. Spegnere SPID vuol dire complicare la vita a persone proprio quando hanno preso abitudine a usarlo. È l’ennesima assurdità un questo governo fuori dalla realtà, più preoccupato di cancellare ciò che è stato fatto da altri piuttosto che pensare a ciò che è utile alle persone».

Voci critiche si levano anche dai ‘tecnici’. Secondo Giorgia Dragoni, Direttrice dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, spegnere lo Spid sarebbe «un errore». «Spid è uno strumento che funziona, che ci ha permesso di garantire la continuità di erogazione di servizi pubblici essenziali durante l’emergenza pandemica, come i bonus e le indennità INPS. Ha un buon utilizzo da parte degli utenti finali: per la prima volta nei sistemi di identità digitali nazionali, nel 2022 verrà raggiunta la soglia del miliardo di accessi annui complessivi, con una media (in crescita) di oltre 30 accessi per utente», spiega Dragoni.

Sulla stessa scia Fondazione Italia Digitale: «Più di 30 milioni di persone usano l’identità digitale Spid, diventata ormai la chiave di accesso ai servizi digitali delle PA, spegnerla rappresenterebbe un’involuzione nella strada dell’innovazione. Parliamo di un sistema diventato popolare, sicuramente perfettibile e aggiornabile: una marcia indietro sarebbe una scelta difficilmente comprensibile e contro la ‘scalata’ digitale che l’Italia sta facendo, seppur con fatica, da anni», commenta il presidente di Fondazione Italia Digitale Francesco Di Costanzo.

Timide voci dissonanti si levano anche all’interno della stessa maggioranza: «Lo strumento dello Spid si può semplificare, abolirlo mi sembra un passo indietro», commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine dei lavori del Consiglio regionale. Riassume la posizione di Forza Italia Alessandro Cattaneo: Spid «è uno strumento che ha funzionato, tanti i cittadini che si sono iscritti e che lo hanno fatto, anche persone di una certa età. Se poi nel metodo ci può essere qualcosa da fare per migliorarlo facciamolo, ma intanto non buttiamo via uno strumento diffuso e che funziona. Personalmente, sono un grande pagatore digitale, quando ho fatto il sindaco ho cercato di spostare il più possibile i servizi sul digitale».

mercoledì, 21 Dicembre 2022 - 12:50
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