La Bce alza ancora i tassi, stangata sui mutui: quanto sale la rata, a rischio i sogni dei giovani

mutuo casa

Acquistare casa nel 2023 può diventare affare solo per ricchi, mentre una coppia con stipendi dignitosi ma non stellari e magari senza posto fisso (ma lavoratore autonomo o dipendente di impresa privata) rischia di dover accantonare per il momento il sogno di comprare un appartamento.

La Banca centrale europea ha alzato il costo del denaro di altri 50 punti base, annunciando un ulteriore aumento della stessa entità a marzo. Questo aumento comporterà un rialzo della rata di un mutuo medio (140mila euro per un immobile dal valore di 200mila euro) fra i 33 e i 43 euro.

MutuiOnline ha proceduto ad una simulazione poco confortante: la forbice fra tassi variabili e fissi si sta oramai chiudendo su livelli inferiori ai 50 punti base. Sui 10 anni infatti il tasso è 3,8% nel primo caso e 4,1% nel secondo. E così nel caso di tasso variabile a 10, 20 e 30 anni, l’importo della rata mensile per un mutuatario impiegato di 40 anni, sarebbe rispettivamente di 33, 36 e 39 euro a quota 1408, 891 e 636 euro. Nel caso invece di tasso fisso un nuovo mutuo fisso a 10 anni aumenterebbe la sua rata di 33 euro a 1424 euro, il 20 anni di 43 euro a 835 euro, il trentennale di 38 euro a 636 euro.

L’aumento dei tassi fa salire anche il rendimento, che lo Stato deve riconoscere ai sottoscrittori di Bot, Btp, Cct. Secondo le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), l’authority italiana dei conti pubblici, un aumento stabile del differenziale di 100 punti aumenta la spesa pubblica di 19 miliardi in tre anni: 2,5 miliardi nel 2023, 6,7 miliardi nel 2024, 10,1 miliardi nel 2025.

Molto critico Massimo Castaldo, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. «Cittadini e imprese stanno pagando a caro prezzo la politica monetaria miope e aggressiva della Bce. La decisione di aumentare nuovamente i tassi d’interesse di 0,50 punti base, presa oggi dal Consiglio direttivo della Banca centrale europea, rischia di trasformarsi in una vera e propria stangata per le attività produttive: prestiti e mutui infatti costeranno di più e diventeranno proibitivi – dice Castaldo – La politica monetaria fortemente ristrettiva della BCE non riflette il calo dell’inflazione nell’area euro registrato a gennaio e il recente crollo dei prezzi dell’energia, una delle cause scatenanti dell’impennata dell’inflazione nell’ultimo anno. Non vorremmo che la Bce ci traghetti dalla crisi del caro prezzi alla crisi della recessione economica e dell’austerity. Pur rispettando la sacra indipendenza dell’Istituto, conformemente alle disposizioni dei Trattati, è nostro dovere ponderare le conseguenze nell’economia reale delle decisioni prese e auspicare una maggiore moderazione in futuro».

giovedì, 2 Febbraio 2023 - 22:48
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