Portici, scuole chiuse per l’allerta tsunami (revocata) dopo il sisma in Turchia, mamme furiose: «Qualcuno chieda scusa»

scuola banchi

«E’ vergognoso… Sono arrivata fuori scuola con mio figlio e l’ho trovata chiusa… A quel punto mi sono accorta che era arrivata una mail una decina di minuti prima, che ovviamente non avevo visto perché impegnata a preparare me e mio figlio per rispettare la nostra tabella di marcia, che avvertiva della chiusura ad horas della scuola per via di un’ordinanza sindacale… Per maremoto… Non so se ridere o piangere».

Questa mattina Lucia ha raggiunto poco prima delle 8 la scuola privata del figlio, a Portici, e ha scoperto, suo malgrado, che la struttura era off-limits. Tutta colpa del Comune di Portici (in provincia di Napoli), guidato dal sindaco Pd Enzo Cuomo, che in un lampo – raccogliendo l’allarme maremoto lanciato alle prime ore di stamattina dalla Protezione civile dopo lo tsunami in Turchia – ha stabilito la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Un allarme che le mamme di Portici fanno comprensibilmente fatica a capire anche perché, ad eccezione dell’isola di Ischia, in nessun altro comune in provincia di Napoli e nella stessa città di Napoli si è assunto analogo provvedimento.

Come se non bastasse al danno si è aggiunta anche la beffa. L’allarme tsunami per le coste italiane si è ridimensionato ed è rientrato già di prima mattina, come dimostrano gli orari in cui le agenzie di stampa hanno battuto la notizia. «Tramite i propri canali social la Protezione civile italiana ha revocato ufficialmente l’allerta maremoto sulle coste italiane, emessa in seguito al terremoto che ha colpito la Turchia nella notte. Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, lo ha confermato anche a Rai News 24», scrive l’Askanews in una nota delle 7.39 del mattino. E, difatti, il post della Protezione civile sulla pagina Facebook è delle 7.23. Ma al Comune di Portici, dove si è stati così solerti dal chiudere le scuole non appena la Prefettura ha comunicato telefonicamente l’allerta tsunami, qualcuno non se n’è accorto. E così nessuno ha revocato l’ordinanza sindacale, che il primo cittadino Cuomo ha annunciato sui social alle 6.56. Né, fino alle 9 del mattino (mentre questo articolo è in fase di realizzazione), è arrivata una revoca dell’ordinanza. Nelle stanze di Palazzo Campitelli ci si è distratti, mentre il popolo delle mamme è su tutte le furie.

«Per fortuna ho potuto fare affidamento sui nonni e ho portato lì mio figlio – aggiunge Lucia, che si è dovuta riorganizzare in tutta fretta dopo essersi trovata dinanzi i cancelli chiusi della scuola – Ma mi toccherà uscire due ore prima dal lavoro per riprendere mio figlio dai nonni e, purtroppo, perderò il meeting aziendale più importante della settimana».

Teresa, invece, non ha i nonni sui quali appoggiarsi e s’è dovuta riorganizzare in tutta fretta, perché aveva in programma un importante vertice aziendale: «Io non ho i nonni sui quali fare affidamento – dice – Sono nera. Stamattina mi è piovuta addosso questa situazione e pensare che in una scuola che sta vicino casa mia i bimbi stanno entrando, e solo perché ricade nel comune di Ercolano. Ma com’è possibile? Com’è possibile che due enti comunali così vicini prendano decisioni così opposte?».

Suo marito, per un caso fortuito, era a casa perché in malattia da diversi giorni e quindi ha potuto prendersi cura del bambino, altrimenti per Teresa tutto si sarebbe complicato: «Nella sfortuna sono stata fortunata. A questo incontro non avrei potuto rinunciare. E se mio marito fosse stato a lavoro? Abbiamo il diritto di organizzarci, non possiamo essere calpestate così…». Aggiunge Serena: «Dicono tutti che bisogno sostenere la maternità, le donne che lavorano… E poi si assumono decisioni del genere. Chi non ha nonni o baby sitter su cui fare affidamento che fa? Io sono libero professionista e oggi ho dovuto rinunciare alla mia giornata di lavoro, al mio guadagno. Nessuno mi ripagherà, ma almeno oggi qualcuno chieda scusa. Chieda scusa soprattutto alle mamme».

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lunedì, 6 Febbraio 2023 - 09:47
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