Turchia e Siria, la terra non dà tregua: 300 scosse. Quasi 4mila morti, corsa contro il tempo per i soccorsi


Aumenta il bilancio delle vittime, ma cresce in modo positivo anche il numero delle persone salvate dalla macerie.

Nella Turchia meridionale e nella Siria del nord si continua a scavare tra il cemento e la polvere dei palazzi crollati. Ci sono corpi lì sotto. Vite ancora non inghiottite dalla devastazione provocata dal terribile terremoto di ieri mattina.

Così si scava, si scava a mani nude. In Turchia più di 8.000 persone, fino a questa mattina, sono state tratte in salve: lo ha affermato il presidente Recep Tayyip Erdogan, citato dalla stampa turca. E’ una corsa contro il tempo alla quale stanno partecipando 53.317 soccorritori.

Il bilancio delle vittime, invece, continua a salire: in Turchia si contano 3.549 morti.

La terra, intanto, non dà tregua. Sono state almeno 300 le scosse registrate fra Turchia e Siria a partire dalla mezzanotte. Nell’arco di 13 ore la più forte è stata di magnitudo 5,5. Lo indica la lista riportata nel sito che aggiorna costantemente la situazione sismica nella zona, gestito dall’Università del Bosforo con l’Osservatorio di Kandilli, l’Istituto per la ricerca sui terremoti (Krdae) e il Centro regionale di monitoraggio e valutazione di terremoti e tsunami (Bdtim). Delle repliche registrate finora, sono state tre quelle di magnitudo uguale o superiore a 5 e almeno 34 quelle di magnitudo uguale o superiore a 4.

martedì, 7 Febbraio 2023 - 14:03
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