Procura Messina, 15 in corsa: 2 ex Csm (uno di Napoli), candidati interni e Tescaroli che indagò su omicidio Falcone

La procura della Repubblica di Messina

Quindici candidati per guidare la procura della Repubblica di Messina. E’ affollata la corsa per subentrare a Maurizio De Lucia, che a settembre dello scorso anno è stato scelto dal Consiglio superiore della magistratura come procuratore di Palermo. I magistrati in lizza lavorano quasi tutti tra Sicilia e Reggio Calabria, ad eccezione di due candidati.

Tra i nomi mediaticamente più noti vi è quello di Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto a Catania ed ex componente del Consiglio superiore della magistratura. Ardita ha legato la sua carriera di magistratura alla Sicilia, è stato anche pm della Dda antimafia a Catania. Ha maturato una profonda conoscenza della criminalità organizzata mafiosa.

Ex componente del Csm è anche Antonio D’Amato, originario di Torre del Greco (in provincia di Napoli) e una lunga professionale spesa proprio a Napoli. D’Amato è attualmente in attesa di assegnazione sede.

In corsa vi sono molti magistrati già legati al territorio messinese. Rosa Raffa, procuratore aggiunto a Messina e attualmente reggente facente funzioni dell’ufficio giudiziario, punta alla ‘stabilizzazione’ dell’incarico di capo. Entrata in magistratura nel febbraio del 1989, Raffa lavora a Messina dal 1993: qui ha fatto anche parte del pool della Dda. In passato ha guidato la procura di Patti. Oltre a Raffa, vi è un altro ‘interno’ alla procura di Messina che punta al salto di qualità: si tratta di Vito Di Giorgio, procuratore aggiunto a Messina dal 2018. Di Giorgio, sempre a Messina, ha svolto funzioni di pm occupandosi di inchiesta di economia, riciclaggio, usura e affari in città e in provincia; ha curato le principali inchieste sulla mafia a Barcellona e sui “colletti bianchi”.

Punta a rientrare a Messina, anche Angelo Cavallo, attualmente capo della procura di Patti. Cavallo è stato per lungo tempo in forza alla procura di Messina, dove ha fatto parte del pool della Direzione distrettuale antimafia.
Ha lavorato per 17 anni a Messina Fabio D’Anna, attualmente procuratore di Ragusa. Per il magistrato la nomina rappresenterebbe la possibilità di ‘tornare a casa’. Ha un passato da pm della Dda di Messina anche Giuseppe Verzera, attualmente procuratore di Caltagirone.

Radici ben piantate in Sicilia per Giuseppe Francesco Puleio, attualmente procuratore aggiunto a Catania: Puleio è stato anche nella Direzione distrettuale antimafia di Catania, conosce le dinamiche criminali e si è occupato anche di reati nella pubblica amministrazione.

Da sempre legata al territorio siciliano è Marzia Eugenia Sabella, attualmente procuratore aggiunto a Palermo. Ha fatto parte del pool che nel 2006 ha coordinato la cattura di Bernardo Provenzano; ha svolto numerose indagini per mafia e si è occupata anche di delicati casi di stupro. Dal 2013 al 2017 è stata distaccata a Roma presso la Commissione parlamentare antimafia. Sabella entrò nella procura di Palermo a 26 anni, nel luglio del 1993, a un anno di distanza dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. Figlia di avvocato e sorella di un altro magistrato (Alfonso Sabella, assessore della giunta Raggi a Roma), Sabella ha anche retto, pro tempore, la procura di Palermo prima dell’insediamento di De Lucia.

Nome noto è anche quello di Carlo Caponcello, avvocato generale della Corte d’appello a Catania. Caponcello ha svolto per lungo tempo funzioni di pm ma poi anche quelle di giudice. Nel 2009 è diventato sostituto della Direzione nazionale antimafia con delega di collegamento investigativo prima con la Dda di Reggio Calabria e poi con la Dda di Catania. Caponcello è stato protagonista di un duro scontro con Rosario Crocetta, quando quest’ultimo era sindaco di Gela, culminato in una querela, presentata da Caponcello, nei confronti di Crocetta.

Calabrese, originario di Soverato, Salvatore Maria Curcio punta ad avvicinarsi ‘territorialmente’ alla sua amata terra d’origine. Attualmente è procuratore di Lamezia Terme. In corsa anche altri tre calabresi: Pierpaolo Bruni, procuratore di Paola; Vincenzo Capomolla, procuratore aggiunto a Catanzaro; Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto a Reggio Calabria.

Chiude l’elenco dei candidati il romano Luca Tescaroli, procuratore aggiunto a Firenze. Anche se la sua carriera professionale si è radicata in Toscana, Tescaroli ha un forte legame con la Sicilia. Il suo primo incarico è stato alla procura di Caltanissetta e qui, da pm, ha preso parte alle indagini sull’omicidio di Giovanni Falcone. Non solo: rappresentò anche l’accusa al processo sulla strage di Capaci. Per via del suo impegno e lavoro in quel processo, era finito nel mirino della mafia. Nel 1997 Tescaroli è scampato a un attentato mentre era in vacanza con la propria fidanzata a Maratea, in Basilica. Dieci giorni prima di quella data Tescaroli, che all’epoca aveva 32 anni, aveva chiesto nell’aula bunker di Caltanissetta 32 ergastoli per Totò Riina e i capi della Cupola imputati per la strage di Capaci.

giovedì, 23 Febbraio 2023 - 12:42
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