Scandalo toghe e bufera al Csm, Palamara e il suo avvocato rinviati a giudizio: «L’ex pm rivelò un interrogatorio»


L’ex magistrato Luca Palamara dovrà affrontare un nuovo processo e l’accusa è di rivelazione di segreto relativo a un procedimento penale.

Nella giornata di ieri, mercoledì 12 aprile, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Firenze ha disposto il rinvio a giudizio di Palamara accogliendo la richiesta della procura. Rinviato a giudizio anche il difensore di Palamara Benedetto Marzocchi Buratti, che era presente all’interrogatorio. I due sono stati, invece, prosciolti dall’accusa di diffusione di registrazioni fraudolente. Per loro il processo si aprirà il prossimo 11 settembre.

Al centro dell’inchiesta la divulgazione dell’interrogatorio che nel 2021 Palamara, indagato dalla procura di Perugia, avrebbe reso al procuratore capo Raffaele Cantone e all’aggiunto Giuseppe Petrazzini su presunti retroscena al Csm.

L’inchiesta era partita da Perugia ma poi era stata trasferita a Firenze, distretto competente per i magistrati umbri coinvolti in procedimenti penali o civili. L’ex presidente dell’Anm, durante un interrogatorio, svelò agli inquirenti alcuni retroscena relativi al procedimento disciplinare nei confronti di due magistrati, facendo riferimento a presunte «pressioni fatte nei confronti dei componenti del Csm». Poi, per l’accusa, avrebbe divulgato quell’interrogatorio, che era destinato a rimanere segreto. Riguardo all’accusa di diffusione di registrazioni fraudolente, per la quale c’è stato il proscioglimento, si riferiva, per gli inquirenti, all’aver messo a disposizione di un quotidiano registrazioni e trascrizioni di domande e risposte «inducendo i lettori a ritenere che la fuga di notizie fosse attribuibile, anche solo per colpa, ai magistrati», Cantone e Petrazzini, così «danneggiandone l’immagine e la reputazione».

giovedì, 13 Aprile 2023 - 19:46
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