Csm, la riforma Cartabia non basta: ecco il ddl Zanettin, ‘sorteggio temperato’ e 5 articoli per fermare le correnti


La riforma del Csm targata Cartabia non basta. I partiti vogliono di più e con un governo politico la faccenda riaccende gli animi e tornano a disegnarsi gli scenari di una nuova riforma volta sempre a fermare lo strapotere delle correnti, quelle stesse corrente che la Cartabia si proponeva di arginare e che invece hanno mostrato i muscoli alla tornata elettorale scandita proprio dalla nuova riforma.

La Commissione Giustizia del Senato, presieduta da Giulia Bongiorno (Lega), ha deciso di mettere in calendario l’esame del ddl che ha come primo firmatario Pierantonio Zanettin (FI) e che punta a modificare la procedura per eleggere i componenti togati dell’organo di autogoverno dei magistrati. Si tratta di una modifica, si spiega in Commissione, che punta «ad eliminare lo strapotere delle correnti» inserendo misure come quella del “sorteggio temperato”.

Nello specifico il disegno di legge di Zanettin (FI), il cui esame dovrebbe cominciare in Commissione Giustizia del Senato la prossima settimana, si propone di “spezzare il legame” fra il magistrato e le correnti tramite l’introduzione, «nel procedimento elettorale della componente togata del Csm, di un sistema che consenta la possibilità di candidarsi» anche a quei magistrati estranei alle correnti o a quelli non sostenuti dalla corrente “più influente”: il “sorteggio temperato”.

Tale istituto, spiega il senatore forzista, «nel rispetto del dettato costituzionale che vuole che i membri togati del Csm siano eletti da tutti i magistrati, incide sulla fase iniziale del procedimento elettorale, prevedendo che i candidati siano individuati per sorteggio, per poi essere effettivamente eletti» da tutta la magistratura.

L’articolo 1 del testo «ridisegna il collegio dei magistrati con funzioni giudicanti di merito e di quelli destinati all’ufficio del massimario della Cassazione, sopprimendo la possibilità di collegamenti» fra i singoli o i gruppi di magistrati.

Gli articoli 2 e 3 eliminano, invece, la possibilità di «apparentamenti fra magistrati e gruppi di magistrati e introducono il sorteggio quale modalità di presentazione delle candidature, articolato in modo di garantire la definizione di elenchi di candidati in numero multiplo per le diverse funzioni giudiziarie, in relazione ai collegi».

L’articolo 4 del provvedimento «disciplina lo scrutinio e la dichiarazione degli eletti, prevedendo l’attribuzione dei seggi sulla base del maggior numero di voti validamente espressi nei singoli collegi e introducendo un meccanismo per l’elezione dei migliori terzi tra i magistrati con funzioni requirenti e quelli con funzioni di merito».

L’articolo 5, infine, modifica la legge attuale “sulla sostituzione” degli eletti, «sopprimendo il riferimento ai collegamenti fra magistrati o gruppi di magistrati».

mercoledì, 26 Aprile 2023 - 22:36
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