Decreto lavoro approvato il 1° maggio, 100 euro in più in busta paga e Rdc cancellato. Misure su fringe benefit aziendali


Giorgia Meloni ha scelto una data fortemente simbolica per varare il pacchetto di misure sul lavoro. Lunedì primo maggio il Consiglio dei ministri ha licenziato il decreto lavoro che, tra l’altro, introduce un taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi, una maggiore flessibilità nell’applicazione dei contratti a termine e soprattutto il nuovo assegno di inclusioneche sostituisce il reddito di cittadinanza.

«Grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti, penso ad esempio al Superbonus, alla questione delle accise, abbiamo liberato un tesoretto di 4 miliardi», ha spiegato il premier. E quel tesoretto ha consentito al Governo di procedere «al più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni.». Toni entusiastici, quelli di Meloni. Che si sono scontrati con i toni durissimi usati da Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle («E’ stata fatta la festa ai lavoratori), da Sandro Rutolo del Pd («Schiaffo a intere generazioni che cercheranno lavoro altrove»), e da Landini che già annuncia la chiama alle armi di intere categorie professionali.

Taglio cuneo fiscale, 100 euro in più in busta paga
Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa stabilisce il dl lavoro. I favoriti dalle misure sono i lavoratori dipendenti. Nel semestre dal 1 luglio al 31 dicembre 2023, il taglio del cuneo fiscale cresce dal 3 al 7% per i lavoratori dipendenti con i redditi fino a 25 mila euro, mentre viene innalzato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35 mila. Tradotto in soldoni: il taglio del cuneo si tradurrà in 100 euro in più in busta paga. Per finanziare la misura il governo mette in campo quasi 4 miliardi di euro. L’aumento nella busta paga dei dipendenti, viene stimato dal Mef, nel periodo luglio-dicembre, arriva fino a 100 euro mensili di media: «Un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere», sottolinea il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
«Tagliamo il cuneo di 4 punti percentuali, e questo taglio si somma a quello già fatto nella legge di bilancio. Così oggi e fino a fine anno – rimarca Meloni – noi abbiamo un taglio di 6 punti percentuali per chi ha redditi fino a 35mila euro e 7 per chi ha redditi più bassi, fino a 25mila euro. Una scelta di cui vado profondamente fiera”, con tagli delle tasse in busta “che possono arrivare fino a 100 euro in un momento in cui l’inflazione galoppa e il costo della vita aumenta e davvero non riesco a capire che polemizza perfino su questa scelta».

Addio reddito di cittadinanza, arriva il reddito di inclusione
Come promesso, il Governo rottama il reddito di cittadinanza e introduce un’altra forma di sostegno alle persone maggiormente in difficoltà. Il reddito di cittadinanza andrà in pensione il 31 dicembre 2023. Dal primo gennaio 2024 si parte con il reddito di inclusione cui avrà accesso una fascia più ristretta di popolazione: iene introdotta un’integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultrasessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’Irpef, sarà erogato dall’Inps attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione. Per evitare il godimento irregolare del beneficio, sono previsti un adeguato regime sanzionatorio e una specifica attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro , dell’INPS, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. I datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale.
Ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80% di quello riconosciuto ai datori di lavori. Per gli occupabili, dal primo settembre 2023 arriva lo strumento di attivazione al lavoro, con percorsi di formazione ma anche la possibilità anche di fare il servizio civile sostitutivo.

In arrivo anche modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine, variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi. Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi.

Il decreto stanzia anche 142 milioni nel 2023 per innalzare fino a 3 mila euro la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali per tutti i lavoratori dipendenti con figli minori.

Si alza poi la soglia delle prestazioni di lavoro occasionale (da 10mila a 15mila euro per chi opera nei congressi, fiere, terme e parchi divertimento).

martedì, 2 Maggio 2023 - 17:12
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