Famiglie sempre più in difficoltà. E, adesso, anche sulle rate dei mutui si fa fatica a rispettare le scadenze. Complice «l’aumento del costo del denaro, l’incremento dei tassi e la corsa dell’inflazione», il reddito disponibile si riduce e così le famiglie a quali spese rinunciare.
Il pagamento delle rate del mutuo è ciò che slitta, anche grazie alla possibilità di dilazione (seppur limitata) concessa alla stipula dei contratti. Tuttavia lo slittamento del saldo non è a costo zero: «L’allungamento del piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile – spiega il segretario generale della Fabi Lando Sileoni – comporta infatti un maggior ammontare di interessi da pagare alla banca oltre al fatto che ci si pregiudica la possibilità di poter beneficiare, nel medio-lungo periodo, di un’auspicabile riduzione dei tassi d’interesse».
Complessivamente i crediti deteriorati delle famiglie sono pari a 14,9 miliardi: le rate di mutui non pagati ammontano a 6,8 miliardi, 3,7 miliardi sono quelle del credito al consumo e 4,3 gli arretrati relativi ad altri prestiti personali. Secondo la Fabi 5,7 miliardi sono sofferenze certe, 7,1 miliardi sono inadempienze probabili e circa 2 miliardi sono rate scadute.
Le difficoltà delle famiglie riguardano soprattutto i mutui a tasso variabile, particolarmente colpiti dall’aumento del costo del denaro, che, ricorda il sindacato, «è stato portato da 0 al 4% in 11 mesi».
Sul piano territoriale è la Lombardia, con 2,6 miliardi di euro, la regione nella quale si concentra l’ammontare più alto di finanziamenti ammalorati, seguita da Lazio (2 miliardi) e Campania (1,4 miliardi). Subito dopo Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto, che superano il miliardo, mentre Emilia Romagna, Piemonte, Valle D’Aosta e Toscana restano poco sotto tale soglia. Più contenuto il valore delle somme non pagate nelle regioni più piccole come l’Umbria dove le rate non pagate ammontano a 226 milioni, la Liguria (361 milioni) e la Calabria (418 milioni).
domenica, 9 Luglio 2023 - 17:15
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