De Luca incendia la Festa dell’unità: «Il Pd pollaio di imbecilli. Il loro problema sono io, ma ho preso 3 volte i voti di Schlein»

Vincenzo De Luca (foto Kontrolab)
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (foto Kontrolab)
di Laura Nazzari

Si chiama Festa dell’unità, ma all’interno del Pd napoletano e campano la reunion di due giorni alle Terme d’Agnano anziché compattare ha certificato la distanza tra il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il partito a guida (nazionale) Elly Schlein. Un dato che non passa certamente sotto traccia se si considera che il braccio di ferro in corsa ruota tutto attorno alle elezioni regionali fissate per il marzo 2026. De Luca, è cosa nota, vuole il terzo mandato, Elly Schlein non ne vuole sapere. E su queste posizioni si è consumato l’ultimo round che ha avuto come ring proprio la Festa dell’unità.

«Questo non è un partito, è un pollaio – ha attaccato dal palco De Luca -. Io penso che possa essere eccessivo anche un mandato se uno non è capace di governare, così come penso sia un dovere democratico dare la parola ai cittadini per decidere da chi vogliono farsi governare. E invece secondo loro dovrebbe decidere qualche imbecille che sta a Roma e che non ha manco il voto della madre». Ha aggiunto De Luca: «Dopodiché la questione è governare per che cosa? C’è gente che non rappresenta niente e parla. Si parla dei problemi, delle cose da fare e del rispetto per gli elettori ma non per i cialtroni che stanno a Roma e che vivono di parassitismo. E poi De Luca fa quello che vuole, chiudiamo questa storia». De Luca ha quindi fatto un parallelismo con il Veneto, dove Luca Zaia governa senza badare a vincoli di mandato. «In Veneto Zaia vive di vita serena – l’analisi di De Luca – lo trattano con deferenza, lo rispettano, indicano il suo lavoro e qui invece devi stare attento agli imbecilli». Per De Luca è dunque ovvio che il problema, all’interno del Pd, non non è la questione dei mandati ma la figura De Luca.

«Ci sono esponenti del Pd che hanno sette legislature che stanno al governo da dieci anni senza fare niente – ha osservato -. Qui è venuto Misiani a fare il commissario e che ha cinque legislature. Era candidato coi pantaloni corti e allora il problema non è il terzo, quarto o quinto mandato ma Vincenzo De Luca uomo libero che non ha padroni né correnti. Questo perché tra la bandiera di partito e la verità scelgo la verità e perciò credo di avere il rispetto anche degli altri partiti». E ancora: «A Paestum all’appuntamento di Forza Italia hanno avuto più rispetto per me. Mi augurerei la stessa accoglienza nel Pd. Quando sono arrivato stasera mi sono confuso, pensavo di essere venuto alla festa di Forza Italia. Non ho tempo da perdere con gli imbecilli di questo partito».

De Luca è un fiume in piena. Nella sua invettiva spuntano epiteti di ogni sorta verso pezzi del Pd: li chiama «imbecilli», ma anche «maleducati, pinguini». «Se avessimo tanti voti quanti maleducati sono passati per questa festa – l’esordio del presidente della Campania ospite dell’ultima serata – saremmo il primo partito d’Europa. La maleducazione è diventato il tratto distintivo dei nuovi dirigenti e invece l’educazione non è un optional ma una precondizione». Il presidente della Regione Campania però non fa nomi: «Ho fatto un voto – dice De Luca incalzato dall’intervistatore su chi avesse nel mirino – non farò nomi. Mi limiterò a rievocare la poesia di Trilussa della lumachella della vanagloria. Vale a dire che ci sono autentici imbecilli nel Pd che pensano di litigare con me per avere qualche titolo sui giornali. Un giorno Mourinho, quando erano i tempi d’oro, disse che chi voleva farsi pubblicità con lui doveva pagare. Il nostro problema è arrivare a cafoneria zero. E invece dovremmo offrire un’alternativa al governo dell’Italia. Dobbiamo costruire le condizioni per essere un’alternativa ed essere il Partito Democratico e non Lotta Continua che è un’altra cosa. Se dovevamo essere una forza di sinistra – ha precisato – non c’era bisogno di fare il Partito Democratico». In conclusione De Luca snocciola i numeri, perché – dice – più forti delle chiacchiere sono i numeri dei voti alle elezioni, e il consenso di cui lui gode è pesante. «Chi vi sta parlando – ha detto De Luca intervistato da Luigi Vicinanza – è il più votato d’Italia del Pd. Io ebbi il 70% dei voti. Il Pd alle Comunali di Napoli ha il 12%. Chi vi sta parlando ha preso il triplo dei voti di quello che ha preso la Schlein. Non che mi aspetti che mi si dica grazie, ma perlomeno non mi rompete le scatole, fate perlomeno le persone educate».

«L’educazione – ha ribadito De Luca – non è un optional vorrei ricordarlo a qualche giovanotto del Pd, ma una precondizione. Se fossimo partito serio – conclude De Luca – avremmo parlato di quanto fatto alla Regione Campania per sputare sangue e rivendicare con orgoglio le cose fatte. Ma invece siamo dei maleducati, geneticamente scostumati, almeno alcuni di noi».

lunedì, 2 Ottobre 2023 - 11:03
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