Clamoroso scherzo telefonico di 2 comici russi a Meloni. La premier: «La guerra in Ucraina ha stancato»


Un clamoroso scherzo telefonico di due comici russi a Giorgia Meloni diventa un caso politico. Vovan e Lexus, al secolo Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov, sono specializzati in queste burle, e tra le loro vittime si annoverano leader come il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, il ministro degli Esteri danese, Lars Lokke Rasmussen, e l’ex segretario di Stato Usa, Henry Kissinger. Con la premier italiana si sono spacciati per un politico di alto rango di un Paese africano. Ma stavolta lo scherzo rischia di avere conseguenze diplomatiche.

Leggi anche / Frasi sessiste e imbarazzanti, Meloni lascia Giambruno dopo il fuorionda di Striscia. Ricci: «Le ho fatto un piacere»

Ad esempio, quando il dialogo ha toccato la guerra in Ucraina. «Vedo molta stanchezza, devo dire la verità – dice Meloni -, da tutte le parti. Potremmo essere vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita». Quanto alla controffensiva ucraina, Meloni trova che «non sta forse andando come ci si aspettava» e che sta provocando diverse crisi, «anche immigrazione, inflazione, aumento dei prezzi dell’energia». Insomma, la reazione di Kiev, sostenuta dall’Occidente, «non ha cambiato il destino del conflitto». Tutti «capiscono che il conflitto – afferma Meloni – potrebbe continuare per molti anni se non cerchiamo di trovare una via d’uscita. Il problema è quale sia la soluzione accettabile per entrambi senza aprire nuovi conflitti».

La premier però non cade nella provocazione degli interlocutori sul nazionalismo ucraino e sul retaggio lasciato dal suo storico leader, Stepan Bandera: «Penso che il problema legato al nazionalismo sia un problema che ha (il presidente russo Vladimir) Putin. Penso che in Ucraina stiano facendo quello che devono fare e questa è la cosa giusta». La presidente del consiglio si è anche lamentata del flusso costante di migranti africani. «La situazione – sostiene – è piuttosto complicata: dall’inizio dell’anno sono arrivate più di 120mila persone, soprattutto dalla Tunisia. La situazione è molto difficile su tutti i fronti, la situazione umanitaria, la situazione logistica, la situazione della sicurezza. E penso che questo flusso possa aumentare a causa della situazione che si sta sviluppando in Africa, soprattutto nel Sahel».

Meloni usa anche parole dure per l’inerzia dei suoi colleghi Ue: «L’Europa per molto tempo ha pensato di poter risolvere il problema lasciando sola l’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La portata di questo fenomeno colpisce, secondo me, non solo l’Unione Europea, ma anche le Nazioni Unite. Ma il problema è che agli altri non interessa. Non hanno risposto al telefono quando li ho chiamati. E sono tutti d’accordo sul fatto che l’Italia deve risolvere da sola questo problema. Questa è una posizione molto stupida». E poi l’Unione Europea «dice di capire. Ma quando chiedi loro di stanziare fondi, di aiutare, diventa più difficile, devo dire la verità».

A seguito della vicenda, Palazzo Chigi ha pubblicato una nota: «L’Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il Presidente Meloni. L’episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dal Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre».

mercoledì, 1 Novembre 2023 - 23:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA