De Luca contro Governo: «Caivano non è Africa subsahariana». Replica Roccella. Don Patriciello: «A Meloni applausi»

de-luca-meloni
Vincenzo De Luca e Giorgia Meloni

Per il Governo di Giorgia Meloni Caivano è diventata una seconda casa. Un giorno sì e uno no i ministri fanno tappa nel comune alle porte di Napoli. E pure oggi, 25 novembre, Caivano ha la sua visita eccellente. La trasferta è toccata a Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, che al Parco verde ha inaugurato un banner con la scritta 1522, il numero anti violenza e stalking. Ma al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca la presenza fissa di esponenti dell’esecutivo Meloni non va giù e ieri, nella consueta diretta Facebook del venerdì, ha usato parole di contestazione piuttosto dure, alimentando il botta e risposta a distanza con il Governo che ha visto scendere in campo pure la presidenza del Consiglio dei ministri.

«A Caivano – ha tuonato De Luca – vivono decine di migliaia di famiglie di persone perbene che vanno rispettate, non ci si può rapportare a Caivano come se fosse l’Africa subsahariana, con questa processione strumentale e demagogica di ministri che pensano di fare clientela politica da qui alle elezioni europee». «C’è stata una vicenda che ha riguardato Caivano e un famoso ministro di questo Governo, tale Lollobrigida. Questo Lollobrigida – ha esordito De Luca – ha fermato un treno perché doveva venire a Caivano a tagliare il nastro di un piccolo parco realizzato non da lui, ma dai carabinieri». «Per motivi di solidarietà a Lollobrigida avevamo decido di attrezzare una tenda della Protezione civile per ospitare tutti i ministri che stanno arrivando a Caivano», ha proseguito ironizzando. Quindi il primo attacco: «Bene, a fronte di questa mia proposta per sfottere quest’allegra compagnia di ministri, c’è stato un comunicato della Presidenza del Consiglio in polemica con me che mi ha ricordato che, finalmente, dopo 40 anni si affrontano i problemi. Tra i firmatari figura anche il ministro Piantedosi, col quale abbiamo anche rapporti di cordialità».

E qui è arrivata la seconda stoccata: «Vorrei ricordagli che – ha proseguito De Luca riferendosi appunto a Piantedosi – nei 40 anni precedenti lui era capo di gabinetto al ministero dell’Interno dove c’era Salvini ministro. E che attualmente lui è ministro dell’Interno. Per cui nei 40 anni precedenti chi non ha fatto il proprio dovere era il ministero dell’Interno che ha scoperto solo oggi che esiste la camorra a Caivano. A Caivano c’è un’emergenza, che è emersa negli ultimi mesi, ma che dura da anni: la camorra che ha le mani sulla città». Qui la conclusione: «Vorrei anche ricordare a quell’imbecille che ha scritto quel comunicato che l’unica istituzione presente a Caivano è stata la Regione Campania che ha fatto cose anche non di propria competenza in quel territorio. All’imbecille della Presidenza del Consiglio vorrei dire che avrebbe il dovere prima di scrivere di informarsi». Per De Luca, in sintesi, «i cittadini di Caivano non possono essere offesi da questa idiozia propagandistica».

A De Luca ha risposto questa mattina proprio il ministro Roccella. «La presenza dei ministri del Governo a Caivano è un risarcimento per questo territorio», ha detto il ministro. «C’è chi come il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, si è lamentato della presenza dei ministriı ma per Caivano «occorre una presenza ed un impegno costante». «E’ importante anche simbolicamente che concretamente essere qui oggi per ricordare gli avvenimenti che sono successi in altre città, vedi il caso di Giulia Cecchettin, ma ricordiamo le vittime di violenza a Caivano, fatti che hanno bisogno di un intervento costante».

Nel botta e risposta si è infilato don Maurizio Patriello, che il territorio lo conosce, visto che qui ha sede la sua parrocchia ed egli stesso è da sempre impegnato in prima linea contro ogni forma di illegalità e per dare sostegno ai giovani provenienti dai contesti più difficili. «Non vedere quello che sta accadendo a Caivano vuol dire essere ciechi, non apprezzarlo vuol dire anche essere ingrati», ha detto don Patriciello. E sembra impossibile non cogliere un riferimento a De Luca. «Vedo segnali positivi, sebbene qualcuno dica il contrario, ci siamo lamentati quando lo stato non c’era, ora è venuto e ha anche chiesto scusa per i tempi in cui non c’è stato», ha osservato. «I ministri non arrivano a mani vuote, ognuno sta facendo qualcosa di importante per Caivano e noi dobbiamo soltanto ringraziarli – ha incalzato -. Fanno cose normali? E’ vero. Vengo da Palermo, da un liceo classico, dove ho parlato di normalità non di legalità. Ma ci sono alcuni posti in Italia dove la normalità non c’è, dobbiamo pretenderla, chiederla con educazione e fermezza, chiedere a coloro che occupano posti importanti di starci vicino». E ancora: «Quando ho incontrato la prima volta la premier Meloni – ha concluso don Patriciello – io le dissi che noi sappiamo applaudire ma sappiamo anche fischiare. Sia detto con grande chiarezza, fino ad oggi, Giorgia Meloni ed il suo Governo – per quanto mi riguarda e per quello che ha fatto per la mia città, per il mio quartiere – un applauso lo merita».

sabato, 25 Novembre 2023 - 16:11
© RIPRODUZIONE RISERVATA