Truffa bonus edilizi, sequestro di crediti per 608 milioni di euro e 98 indagati: c’è chi percepiva il reddito di cittadinanza

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Un truffa ai danni dello Stato di «assoluta gravità», scrive la procura della Repubblica di Napoli Nord. Una truffa realizzata sui bonus edilizi erogati con il cosiddetto “Decreto rilancio” che ha visto coinvolte una rete vastissima di persone, alcune delle quali – pur muovendo importanti flussi di denaro – percepivano finanche il reddito di cittadinanza. I finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore hanno eseguito un sequestro di crediti per un importo pari a 607.942.781 euro, 98 persone sono indagate. Sono i numeri della indagine nata da un’attività investigativa che già nel 2022 ha portato al sequestro di 903 milioni di euro in relazione alla circolazione di crediti fittizi per lavori di ristrutturazione ed efficientemente energetico nonché canoni di locale previsti dal cosiddetto ‘Decreto rilancio’.

Il nuovo filone investigativo si è concentrato su bonus edilizi per oltre 607 milioni di euro, vantati da 105 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche. I crediti – è emerso dalle indagini – erano riconducibili a bonus fiscali per lavori edili (di riqualificazione energica, ristrutturazione e adeguamento sismico), in realtà mai eseguiti, spesso vantati da società prive di qualsivoglia consistenza aziendale e solidità patrimoniale. in qualche caso i lavori sarebbero stati eseguiti da società che, nell’oggetto sociale, recavano lo svolgimento delle attività di gelateria, profumeria, sala giochi e commercio ambulante, nonché da persone fisiche non esercenti attività di impresa o di lavoro autonomo.

Non è tutto. E’ emerso che i legali rappresentanti delle società cessionarie dei crediti sono risultati essere percettori o richiedenti il reddito di cittadinanza: profilo, questo, che ulteriormente evidenzia una dimensione economico-finanziaria del tutto incompatibile con le movimentazioni delle ingenti risorse finanziarie individuate a fronte della cessione dei crediti, per svariati milioni di euro. In un caso un soggetto che aveva già comunicato la disponibilità di crediti per un importo superiore al milione di euro, ha addirittura ceduto a terzi pare della provvista fraudolentemente generata mentre si trovava in stato di detenzione domiciliare.

Il sistema fraudolento – secondo le risultanze investigative – ha consentito ai cedenti di monetizzare crediti, per un valore di 3,5 milioni di euro, attraverso la negoziazione diretta con gli istituti finanziari. «L’attività illecita oggetto di accertamento – scrive la procura in una nota stampa – è di assoluta gravità, tenuto conto dell’elevatezza delle somme negoziate, da poter concretamente determinare un sensibile nocumento alle risorse pubbliche, depauperate e distolte dalla loro corretta destinazione alla riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale e all’attuazione della transizione ecologica».

giovedì, 7 Dicembre 2023 - 10:56
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