Napoli, uccisa con 12 coltellate davanti al bimbo: ergastolo in Appello. La sorella: «La vera condanna è nostra»


Ergastolo era ed ergastolo è stato confermato. I giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli (presidente Rosanna Saraceno, giudice a latere Pasquale Santaniello) hanno deciso il massimo della pena per Pinotto Iacomino, imputato per l’omicidio della ex compagna Ornella Pinto, l’insegnante 40enne ammazzata con 12 coltellate davanti al figlio piccolo. Riconosciute le tre aggravanti della premeditazione, crudeltà e convivenza tra vittima e omicida. Accolte, dunque, le richieste formulate dal sostituto procuratore generale Luigi Musto e dagli avvocati di parte civile Mino Capasso, Marcello Severino, Loredana Gemelli e Celeste Giliberti.

I giudici, inoltre, hanno disposto una provvisionale da 180mila euro per Stefania Pinto, sorella della vittima, tutrice del figlio della coppia.

«Per quanto dura possa essere stata la pena, la vera condanna è nostra e del bambino, che dovrà crescere senza la madre: vive con me e adesso, dopo la sentenza di secondo grado, procederò all’adozione», ha commentato, commossa, Stefania Pinto.

Ornella Pinto fu ammazzata all’alba del 3 marzo 2021 nell’abitazione del quartiere Arenaccia di Napoli che la coppia condivideva prima della separazione. Iacomino aveva ancora le chiavi e proprio grazie a questo particolare si introdusse nell’appartamento. Ne nacque una furiosa lite, Ornella gridò con tutte le sue forze e riuscì anche a chiamare al telefonare la sorella Stefania che, impotente, ascoltò in diretta l’omicidio. In casa era presente il figlio della coppia, che all’epoca aveva tre anni. Il bimbo, all’indomani di quel tragico evento, è stato affidato a Stefania Pinto che lo sta crescendo. «Gli ho dato e continuerò a dargli tutto l’amore possibile», ha detto ancora Stefania. Già in primo grado, un caso più unico che raro, il giudice del tribunale dei minorenni di Napoli, ha revocato la patria potestà, accelerando così il percorso che porta Stefania all’adozione. «E’ innaturale – ha concluso Stefania – perdere, contemporaneamente, l’affetto materno e anche il padre, a cui oggi è stata confermata la condanna all’ergastolo».

mercoledì, 17 Gennaio 2024 - 19:45
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