Bonifica di Bagnoli, soldi finiti. Manfredi: «Serve oltre un miliardo, trovare i fondi è compito del ministro Fitto»

di Lana

Lo scoglio dei contenziosi è stato (finalmente) superato e il Comune di Napoli ne esce indenne senza spendere nemmeno uno dei 100mila paventati. E ancora: le bonifiche a terra sono partite (dopo decenni di attesa) ed entro poche settimane i lavori giungeranno a conclusione. Eppure sulla rigenerazione del sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio le nubi dell’incertezza non si sono ancora diradate. I quasi 500 milioni di euro a disposizione per gli interventi utili a rigenerale il Sin sono terminati e a malapena hanno coperto le bonifiche di terra. La bonifica a mare, che prevede lavori di maggiore complessità e di grande impatto ambientale soprattutto per la rimozione della colmata e il successivo trasferimento del materiale, nonché la realizzazione di tutte le infrastrutture primarie quali rete dell’acqua, rete fognaria e rete viaria, restano fuori dalla copertura finanziaria. E non si tratta di pochi spiccioli.

A fare i conti è stato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, nonché commissario straordinario per la bonifica di Bagnoli, in occasione del Consiglio comunale monotematico tenutosi nella giornata di ieri, lunedì 29 gennaio. «Abbiamo bisogno di un miliardo e 200 milioni circa per procedere al completamento della bonifica a mare, alla realizzazione delle infrastrutture a terra e per la realizzazione delle due opere pubbliche, ossia il parco urbano e il water front», ha detto il sindaco. Nello specifico per la solo bonifica a mare servono circa 650 milioni di euro: la cifra è emersa dal progetto avviato per fare un punto sui costi e quali standard raggiungere. «Si tratta della bonifica a mare più grande di quelle realizzate in Europa, considerato la tipologia inquinamento che c’è, ossia idrocarburi e metalli pesanti», ha sottolineato Manfredi. Che ha precisato: «Va chiarito che non è l’acqua inquinata, che è pulita, ma il fondale è inquinato».

Ma a chi spetta il finanziamento delle opere? Manfredi a tal proposito ha chiamato in causa il governo: «La competenza è del ministero, la decisione di trovare le risorse per andare avanti spettano al ministro Fitto». Ad ogni modo per Manfredi «a fronte di tutti che si investono, trovare i soldi per Bagnoli è una priorità». Manfredi, dunque, ha rimesso la palla nel campo romano. Lui ha chiesto comunque la convocazione di una cabina di regia, che sarà utile proprio per fare il punto sull’avanzamento dei lavori e dunque anche sulle risorse economiche. Ci sarà poi da affrontare il tema della rimozione della colmata, vero nodo della questione secondo Manfredi: «Il tema vero è l’impatto della rimozione della colmata, ossia il trasferimento di più di un milione di metri cubi di materiale che oggi è previsto su strada, che quindi significa migliaia di camion che attraversano la città e questo è un tema di impatto ambientale. Sul tema della sicurezza ambientale non bisogna fare compromessi: se eventualmente anche si pensasse di tenere la colmata, la colmata va sigillata affinché non vi siano rischi di natura ambientale».

Nel corso della relazione in Consiglio, Manfredi ha ricordato che nei due anni in cui è stato nominato commissario straordinario della rigenerazione di Bagnoli-Coroglio si è proceduto a superare ostacoli di natura giudiziaria che tenevano bloccato l’uso dei suoli. «Abbiamo trovato un complesso contenzioso che riguardava vari soggetti che erano stati coinvolti nelle varie fasi della realizzazione della bonifica. In corso c’erano 19 cause. Abbiamo ritenuto che il primo punto fosse liberare Bagnoli dal contenzioso, perché il Comune avrebbe dovuto rimetterci 100 milioni di euro. Questo contenzioso – ha spiegato Manfredi – rendeva inutilizzabile i terreni perché l’uso dei suoli era legato a queste pretese tra soggetti. Ho sollecitato il ministero affinché ci fosse concordato tra tutti i soggetti in modo da ripulire i terreni da questo conflitto. Il tavolo si è insediato a giugno 2022, c’è stata lunga negoziazione che dopo lunghissime trattative è arrivata a una conclusione delle attività del contenzioso, con un concordato formalizzato a novembre 2022. Questo ha determinato due conseguenze: il Comune non ha cacciato i soldi che doveva cacciare; c’è stato poi un dare avare tra altri soggetti e liberazione dei suoli dai vincoli legati ai contenziosi. Questo ha consentito di sbloccare quelle poche iniziative in atto».

Adesso si guarda alla bonifica a mare ma anche al destino dei residenti di Borgo Coroglio che deve essere completamente ristrutturato con interventi straordinari e pervasivi. «Era previsto che coloro che abitavano lì andassero temporaneamente via, che si procedesse alla ristrutturazione e che poi le persone rientrassero a patto che si facessero carico delle spese per la ristrutturazione delle loro case. E’ una cosa impossibile, perché non è detto che molti abbiano a disposizione le somme chieste. La nostra idea – ha detto Manfredi – è fare un esproprio, quindi dare un bonus a chi va via e dare la possibilità di rientro a chi vuole rientrare. In questo modo che la questione diventa più semplice».

martedì, 30 Gennaio 2024 - 18:42
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