Napoli, l’urlo dell’imprenditore che chiude per troppe rapine: «Lo Stato non ci protegge, urge un decreto Barra» | Video

La protesta di ieri, l'imprenditore Gianni Forte ha chiuso una della sue attività
di Manuela Galletta

«Questa è la resa dello Stato, non è la mia resa. E’ la resa di uno Stato che non sa o forse non vuole garantire sicurezza ai suoi cittadini. E’ la resa di uno Stato che, con la sua debolezza, espone tanti ragazzi che lavorano con me a rischiare la vita e adesso mette a rischio anche il loro posto di lavoro». Gianni Forte è arrabbiato e scoraggiato. Ieri mattina l’imprenditore napoletano ha abbassato le due saracinesche del punto scommesse Eurobet in via Luigi Volpicella, nel quartiere di Barra (alla periferia est di Napoli), a seguito dell’escalation crimine che in sei giorni ha interessato diverse sue attività. Un accanimento criminale verificatosi a poche settimane di distanza dalla marcia legalità che, lo scorso mese di gennaio, Forte ha organizzato a Barra, ottenendo la partecipazione del sindaco Gaetano Manfredi e di diversi politici, per denunciare abbandono e illegalità nel quartiere e invocare l’intervento delle istituzioni.

Quella marcia fu organizzata a seguito di un’altra rapina, durata otto interminabili minuti e verificatasi nel Moa Café in via Repubbliche Marinare tra l’indifferenza anche di qualche passante che, pur avendo capito la situazione (come emerso dalle telecamere esterne del locale), si allontanarono senza allertare le forze dell’ordine. «Sto chiudendo questo locale perché dopo la richiesta di giustizia fatta in seguito alla rapina subita il giorno di San Gennaro dinanzi al bar tabacchi e la marcia della legalità, abbiamo avuto un aumento di crimini nei confronti delle mia attività – spiega Gianni Forte -. Solo in questo punto ho subito due rapine nel giro di una settimana».

L’ultima rapina nel centro scommesse di via Volpicella risale a domenica, 11 febbraio. Un colpo che ha gettato nello sconforto l’imprenditore. «I miei dipendenti sono terrorizzati. I ragazzi mi hanno consegnato le loro lettere di dimissioni e le chiavi della struttura. Non sopportano più questo peso, questa tensione, hanno paura per la loro incolumità. E con loro anche io», dice Forte. Che però ci tiene a precisare che la responsabilità è delle istituzioni: «Questa non è la mia resa. E’ la resa dello Stato che ha il dovere di garantire sicurezza e non lo fa. La mia è sola una conseguenza». Una conseguenza che Forte spera non abbia altri strascichi. Sul territorio l’imprenditore ha altre attività, già prese di mira nell’ultima settimana: «Speriamo che questa chiusura non sia la prima di lunga serie», osserva.

Sul volto di Forte è disegnata la delusione. Dopo la marcia della legalità organizzata a Barra, immaginava un altro tipo di percorso. «Invece per me e le mie attività la situazione è solo peggiorata – spiega – E’ come se fossero state prese di mira». Se ci sia stata una regia o se si sia trattato di accadimenti legati da una sfavorevole congiuntura degli eventi, lo diranno le indagini. Quel che è certo è che Forte stenta ancora oggi a vedere una concreta risposta delle istituzioni: «Dopo la marcia c’è stata una presenza forte delle forze dell’ordine che ringrazio, ma al momento non ci sono state strategie politiche mirate». Eppure una soluzione immediata ci sarebbe: «Qua urge un piano come quello di Caivano, un decreto Barra per la sicurezza e lo sviluppo del territorio. Lo Stato deve dare una risposta immediata».

martedì, 13 Febbraio 2024 - 12:47
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