Napoli, cellulari e droga a detenuti di massima sicurezza: 20 arresti. I pm: «Sgominata rete che agiva in più carceri»


 
Alcune organizzazioni di tipo camorristico sarebbero riuscite a garantire ai loro detenuti il «costante rifornimento di apparecchi di comunicazione e di narcotici, assicurandosi in tal modo il monopolio della distribuzione» in diverse strutture carcerarie italiane. E’ quanto emerge da una delle due ordinanze notificate questa mattina da personale del nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, del servizio centrale operativo della Polizia di Stato, delle Squadre mobili di Frosinone e Napoli, e del Sisco di Napoli.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione di armi comuni da sparo ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Tra i clan interessati dalle indagini spunta il gruppo Esposito-Nappi di Bagnoli. L’indagine è nata a seguito di una sparatoria verificatasi il 19 settembre del 2021 all’interno del carcere di Frosinone. Cercando di capire come e chi avesse introdotto la pistola in carcere (l’arma era stata portata in cella mediante un drone), le forze dell’ordine hanno scoperto «una struttura criminale in grado di garantire l’approvvigionamento di apparecchi telefonici, sia smartphone che piccoli cellulari, nonché di rilevanti quantità di stupefacente in molteplici strutture penitenziarie, anche ospitanti detenuti classificati di massima sicurezza, dislocate in tutta Italia».

Le strutture carcerarie sulle quali la procura ha registrato movimenti e interessi da parte dei clan sono quelle di Frosinone, Napoli – Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona. Le investigazioni hanno poi permesso di identificare in C.A., classe ’72, la persona in grado di apportare modifiche costruttive ai droni che permettessero di sorvolare anche aree militari sopportando un maggior peso in volo. Le analisi tecniche sui droni caduti in sequestro, delegate al Reparto indagine tecniche del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, hanno permesso di confermare tali manipolazioni realizzate sugli apparati a pilotaggio remoto.

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martedì, 19 Marzo 2024 - 12:25
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