Riforma giustizia, Santalucia (Anm): «È passo indietro, epocale nella regressione della magistratura»

Il magistrato Giuseppe Santalucia

«Un passo indietro», la cui «epocalità sta nella regressione della magistratura». Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, si esprime così, intervenendo ieri sera a Piazza Pulita su La7, sulla riforma della giustizia approvata dal Consiglio dei ministri e ora in arrivo in Parlamento per l’ok necessario alla entrata in vigore. Si tratta di un passo indietro, spiega Santalucia, «perché si separano i pm dai giudici» ma, in realtà, «più che separare, si vuole isolare il pm», con il risultato di farne un «super poliziotto». «Una volta che l’avrai isolato, ti accorgerai che l’hai rafforzato un po’ troppo», e «a quel punto – per Santalucia – la risposta sarà il controllo politico».

Il 15 giugno si terrà una riunione del Comitato direttivo centrale per valutare le iniziative da assumere dopo il disco verde del Cdm. La riunione del Comitato sarà aperta anche alle altre magistrature. «La logica di fondo del disegno di legge sulla separazione delle carriere e l’istituzione dell’Alta corte si rintraccia in una volontà punitiva nei confronti della magistratura ordinaria, responsabile per l’esercizio indipendente delle sue funzioni di controllo di legalità. Gli aspetti allarmanti delle bozze del disegno di legge sono molteplici, leggiamo una riforma ambigua che crea un quadro disarmante», si legge in una nota della Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati.

«È una riforma – prosegue la nota – che non incide sugli effettivi bisogni della Giustizia, ma che esprime la chiara intenzione di attuare un controllo sulla magistratura da parte della politica, che si realizza essenzialmente con lo svilimento del ruolo e della funzione di rappresentanza elettiva dei togati del Csm e con lo svuotamento delle sue essenziali prerogative disciplinari, affidate a una giurisdizione speciale di nuovo conio».

Duro, altrettanto, il commento di Rocco Maruotti, esponente di AreaDg e membro del Comitato direttivo centrale dell’Anm: «Il governo usa toni trionfalistici per una riforma che stravolgere l’attuale assetto costituzionale, spazzando via, nella sostanza, l’indipendenza dell’ordine giudiziario». «Ciò che preoccupa – spiega Maruotti – è “l’introduzione del concetto di ‘carriera’, che allude ad una magistratura gerarchizzata e non distinta solo per ”funzioni”, come vuole l’art. 107 della Costituzione; la previsione di due diversi Csm, composti da membri laici individuati attraverso un sistema misto (elezione/sorteggio), mentre per i componenti togati si prevede la sola ”estrazione a sorte”; lo spostamento della competenza disciplinare dal Csm ad un’Alta Corte, anche questa composta con un sistema misto (elezione/sorteggio) solo per i componenti laici e non anche per i togati, peraltro estratti solo tra coloro che ‘svolgono o abbiano svolto funzioni di legittimità’; ma, soprattutto, le cui decisioni saranno impugnabili solo innanzi alla stessa Alta Corte». «Si tratta di una riforma – conclude Maruotti – che incide indirettamente sull’articolo 3 della Costituzione, perché l’effetto finale sarà quello di non garantire più ai cittadini l’uguaglianza davanti alla legge».

venerdì, 31 Maggio 2024 - 13:09
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