Scomparsi in Messico da 51 giorni Familiari convocati in questura per il Dna La Farnesina prova la svolta nelle indagini

I tre napoletani scomparsi in Messico
di Dario Striano

Un’agonia che dura da circa due mesi. Non poter abbracciare e vedere i propri familiari. E neppure conoscere le loro condizioni di salute. I figli e i genitori dei tre napoletani scomparsi in Messico, Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, sono stati convocati in questura a Napoli per il prelievo di campioni organici da cui estrarre il dna e poterlo usare eventualmente con la comparazioni di altri campioni in Sudamerica. Lo ha riferito l’avvocato Luigi Ferrandino, legale delle famiglie dei tre scomparsi da ben 51 giorni in Centro America. «Dopo il video appello postato sui social dalle donne delle famiglie Russo e Cimmino – dice Ferrandino – la Farnesina ha contattato i parenti degli scomparsi ai quali ha manifestato la propria disponibilità a fornire assistenza in loco qualora decidessero di recarsi in Messico».
La convocazione è giunta pochi minuti dopo un annuncio di speranza. Una delegazione della Farnesina, composta dal sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola e da due funzionari, si recherà la prossima settimana in Messico per seguire più da vicino la vicenda della scomparsa dei tre italiani, di cui non si hanno più notizie dallo scorso 31 gennaio. Il sottosegretario, coadiuvato dall’ambasciata italiana di Città del Messico, terrà una serie di incontri con le autorità locali per cercare di «imprimere una svolta nelle indagini sulla scomparsa dei nostre tre connazionali». «Siamo stati abbandonati da tutti – ancora l’avvocato delle famiglie Russo e Cimmino – e questa è la sola cosa da fare per cercare di fare chiarezza sulla vicenda. Tutti i poliziotti coinvolti hanno confessato, non ci spieghiamo come mai ancora non conosciamo i nomi dei rapitori dei nostri familiari. Chiediamo alla Farnesina, al ministro Alfano e al presidente Mattarella di assisterci in questo nostro viaggio. Siamo persone civili e chiediamo umanità, ormai stiamo vivendo un incubo».

venerdì, 16 Marzo 2018 - 21:00
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