Bari, processi ancora nelle tende: interrogazione parlamentare di LeU, Legnini (Csm) chiede un decreto legge

Per quasi un mese a Bari la Giustizia penale è stata amministrata nelle tende

Il nono giorno di Giustizia amministrata nella tendopoli, manco fossimo in presenza di uno stato d’emergenza determinato da una calamità naturale catastrofica, qualcosa si muove. O meglio, qualche politico si è destato dal sonno e ha iniziato a prendere posizione sulla vergognosa situazione lavorativa di avvocati, magistrati e personale amministrativo di Bari dopo lo sgombero per inagibilità del Palagiustizia. Pietro Grasso e Francesco Laforgia, senatori di Liberi e Uguali, hanno presentato una interrogazione al ministro della Giustizia chiedendo di attivarsi, con tutte le misure necessarie, affinché si risolva la grave situazione del Tribunale tenendo conto che, le udienze di rinvio a date future e incerte, tenute nelle tende, non fanno altro che aumentare il rischio di prescrizione dei reati e impunità. «L’instabilità dell’edificio che ospita il Tribunale – scrivono Grasso e Laforgia- non deve in alcun modo avere ripercussioni negative sulla rapidità dei procedimenti e sulla Giustizia da garantire ai cittadini».
Ma il nono giorno è anche quello dell’arrivo nella tendopoli del presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, e dell’atteso arrivo – domani – della giunta dell’Associazione nazionale magistratura che terrà la sua riunione proprio nell’accampamento. Si rivolgono tutti al neo ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Tutti chiedono, a giusta ragione, una immediata ed efficace soluzione all’emergenza. «Il ministro nel proprio programma, insieme ad altre cose non condivisibili, ne ha alcune assolutamente condivisibili, come l’idea di investire in giustizia. Ora ha l’occasione di mettere subito in pratica parte del suo programma», commenta Andrea Mascherin. Per Mascherin «la mancanza di investimenti porta a queste degenerazioni e comporterà costi ben superiori a quelli che ci sarebbero stati con interventi tempestivi. Questo serva da lezione ma intanto dobbiamo trovare una soluzione normativamente sostenibile, con sedi transitorie da individuare su Bari. Ci vorrà l’impegno non solo dell’avvocatura e della magistratura ma della politica, a cominciare dai politici locali. E’ ora che la politica impari a lavorare insieme su questi temi, giustizia, sanità, istruzione non devono essere temi divisivi. Bisogna costruire la Cittadella della giustizia e questa situazione può essere il lancio definitivo per la realizzazione rapida di una soluzione definitiva». «Il primo tema che proporremo al ministro – ha continuato Mascherin – sarà la soluzione del problema Bari che non è solo un intervento a favore di Bari, ma una diversa visione della giustizia, una cultura fatta di investimenti nel rispetto verso avvocati, magistrati, personale amministrativo e cittadini. Non è uno spreco di denaro, ma vite salvate ed efficienza e alla lunga è un guadagno in democrazia». Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, intervistato dal Tg2, chiede che si intervenga con un decreto legge per risolvere l’emergenza degli uffici giudiziari di Bari. «Abbiamo ritenuto, e lo faremo in uno dei prossimi plenum, di avanzare formalmente al ministro la proposta di emanare un decreto legge», ha detto Legnini, secondo il quale «occorre intervenire con strumenti, normative, procedure, risorse assimilabili a quanto si fa a seguito di calamità naturali».

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martedì, 5 Giugno 2018 - 16:02
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