Il «comandante» Sarri nella tempesta Ribaltone contro il Lipsia in Europa League per mettere a tacere i tifosi a orologeria

di Renato Cavallo

Preparatevi, non c’è scampo. Passeremo tutta la settimana a polemizzare sulla formazione da schierare giovedì in campo nel match di ritorno contro il Lipsia. Non basterà la nona vittoria consecutiva, arrivata ieri contro la Spal, a placare il dibattito. Gia sono tutti pronti a tornare sull’argomento. Stampa, televisioni e web. La scusa sarà la “bomba” lanciata dal “comandante”, come ormai va di moda appellare Maurizio Sarri sui social grazie a “Sarrismo, gioia e rivoluzione”. L’allenatore del Napoli infatti, dice di voler andare in Germania per provare a ribaltare il risultato, anche se è la città ha scelto il campionato a svantaggio della Coppa. Dice. Non lo avesse mai detto. Lo aspettavano al varco. Serviva il casus belli per tornare due volte in due settimane sull’argomento. Chi si augura o meno l’uscita dall’Europa League ed ha la possibilità di esprimere la sua opinione attraverso la carta, il web o un microfono e una telecamera già ha pronto l’editoriale di fuoco che dovrà servire ad alimentare una litania già conosciuta. Una litania che coprirà il suono di una bella espressione come: primi in classifica. In corsa per lo scudetto, nonostante la differenza di fatturato e quindi di valori in campo. Belli e vincenti, nonostante tutto. E invece: “allenatore provinciale, limitato”. “Meglio pensare al Cagliari”. “Metti a Ounas”. “Pappò, cacc’e sord”, perchè una botta al presidente non guasta mai. Chi ha un’opinione, chi un’altra. Hanno tutti ragione. Un giornalista sul proprio profilo social ha scritto che parte dell’ambiente fa il tifo contro la Juve e non a favore del Napoli. Ed è vero, questo almeno traspare. In senso assoluto non credo si possa solo parlare bene del Napoli e della società che lo controlla. I giornalisti, che hanno la possibilità di orientarlo, così rischiano di appiattirlo però il dibattito. Si tornasse a parlare di calcio, senza voler entrare nel merito delle scelte della società. Si parlasse di gesti tecnici, capolavori di tattica, eccesso di schemi eccetera eccetera. Di Diawarà che ha sprecato palloni a destra e a manca. Di Ounas, che nonostante il gol si vede che è ancora acerbo e di Rog che merita più spazio. Mancando di rispetto a chi scende in campo, soprattutto a chi lo fa poco, si preferisce parlare solo di acquisti, cessioni e svincolati che avrebbero allungato la rosa e consentito alla squadra di esser bella e vincente anche in Europa. Non ci lamentiamo poi, se il fantacalcio applicato al giornalismo sportivo genera inutili polemiche a non finire. Milano sponda Inter, dove l’ambiente si sta spaccando proprio sul fronte dei mancati arrivi, insegna. Se Sarri, la società e la squadra hanno deciso di risparmiarsi per il campionato, un motivo ci sarà. E quel motivo lo abbiamo visto proprio contro i nerazzurri e il Chievo, due pareggi isolati arrivati dopo le dispendiose fatiche di Manchester. La coperta è corta. Non è colpa di nessuno se gli infortuni di Milik e Ghoulam l’hanno resa ancor più corta. Lo sappiamo dall’inizio dell’anno. Andiamo avanti. Mica siamo l’Inter.

lunedì, 19 Febbraio 2018 - 12:42
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