Sono trascorsi 37 giorni dalla scomparsa di Raffaele Russo, di suo figlio Antonio e del nipote Vincenzo Cimmino. I tre napoletani, residenti nella zona delle Case Nuove, sono spariti lo scorso 31 gennaio nella cittadina di Tecalitlan (Jalisco) quando è avvenuto l’ultimo contatto telefonico con la famiglia prima che venissero presi in consegna dalla polizia locale a ridosso di un’area di servizio. L’obiettivo dei familiari e degli amici è quello di mantenere i riflettori accesi sul caso. Anche il quartiere in cui vivono Raffaele, Antonio e Vincenzo sta facendo sentire la propria vicinanza, ormai da giorni sulle saracinesche dei magazzini e agli angoli dei palazzi sono stati affissi manifesti con i volti dei ‘desaparecidos’ napoletani. Francesco Russo, attraverso i suoi legali, nelle scorse ore, ha chiesto un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con Papa Bergoglio. In questi giorni, inoltre, partirà una task-force dell’Interpol che aiuterà gli investigatori locali a fare luce sulla sorte dei tre napoletani garantendo nel contempo la correttezza dell’attività investigativa. Negli ultimi giorni, infatti, sono tante le voci che sono arrivate dal Messico, soprattutto sulla veridicità delle dichiarazioni fornite dai quattro poliziotti accusati di aver ‘consegnato’ nelle mani della criminalità locale i tre napoletani. Per Francesco Russo la cosa più importante è individuare due agenti ricercati, Hugo Martinez Muniz e Hilarion Mejia Farias, rispettivamente, responsabile e capitano della presidencia municipal di Tecalitlan. Questi due, ai vertici della polizia municipale di Tecalitlan potrebbero essere a conoscenza di ciò che è accaduto. Intanto le indagini proseguono e, così come si apprende dalla stampa messicana, sarebbero state estese anche in altri stati confinanti con Jalisco.
venerdì, 9 Marzo 2018 - 20:54
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