Aziende al collasso e Pmi ridimensionate: In Campania è emergenza lavoro

di Dario Striano

Quante sono le aziende in difficolta in Campania? «Troppe». Risponde un sindacalista, uno di quelli che passa intere giornate tra procedure per la mobilità e incartamenti per la cassa integrazione. Troppe non è un numero, ma offre una chiara lettura sul problema lavoro, che sta assumendo proporzioni da allarme sociale. Sono in difficoltà le grandi aziende come Fiat e Fincantieri, che si tirano dietro tutte le fabbrichette dell’indotto. Sono in difficoltà le piccole e medie imprese (Pmi), asfissiate dalla crisi delle commesse. E poi ci sono gli artigiani, sempre di meno. Sempre più isolati. La Campania ha storicamente sofferto il problema occupazionale, oggi, però, si è risvegliata con un’allarme che va oltre. C’è un universo di lavoratori, infatti, che rischia di trovarsi senza reddito, senza ammortizzatori sociali e soprattutto senza alcuna prospettiva per il futuro. Le ultime situazione, che si sono aggiunte a quelle che si trascinano ormai da mesi, riguardano l’Auchan e la TT Lines. Due problemi in più da risolvere e affrontare esplosi in tutta la loro drammaticità in questa calda primavera napoletana. Al momento, numeri alla mano, saranno solo 70, sugli attuali 138, i lavoratori dell’ipermercato Auchan di via Argine a Napoli ai quali sarà garantita la continuità occupazionale. A comunicarlo è stata l’azienda congiuntamente alla subentrante ‘AP commerciale’ e alle organizzazioni sindacali. Quindi solo per poco più della metà degli addetti ci sarà un nuovo lavoro. A questi si aggiungono i 10 dipendenti della Navigerium Service srl, che hanno assicurato i servizi di biglietteria per conto della New TT LInes sulla linea di cabotaggio Catania-Napoli, ora dismessi a favore della compagnia Grimaldi. Venerdì i lavoatori hanno protestato nel Porto di Catania perché senza lavoro con un sit-in davanti la biglietteria e con un’assemblea sulla nave New TTLines. La situazione è difficile e potrebbe a breve estendersi anche a Napoli. I problemi sono tanti e diffusi, così i sindacati hanno deciso di muoversi accanto ai lavoratori ritrovando quell’unità che, negli ultimi tempi, era svanità. A Napoli, davanti alla sede della Regione Campania, Cgil, Cisl e Uil, organizzeranno manifestazioni di protesta ‘tematiche’ per portare all’attenzione delle istituzioni i vari problemi occupazionali presenti in Campania. «La recente crisi che ha piegato il Paese, e ancor più la Campania, ci consegna una disastrata fotografia economica e sociale della nostra regione. Tantissime le aziende che hanno chiuso e molte quelle che, pur facendo parte di gruppi industriali nazionali e internazionali, hanno ridimensionato le attivita’ e di conseguenza l’occupazione». Hanno sottolineato in una nota i sindacati Cgil, Cisl, Uil. Al problema occupazionale, inoltre, si aggiunge anche quello degli ammortizzatori sociali. «Lo scenario che ormai troppo spesso si presenta in Campania è quello di una diffusa desertificazione industriale – hanno aggiunto – in questa situazione la scelta di ridurre prima e poi di eliminare del tutto le politiche passive (ammortizzatori sociali) è stata una scelta scellerata che ha prodotto effetti devastanti sulla vita di migliaia di lavoratori e di lavoratrici espulsi dai cicli produttivi.

Oggi sono circa 200 mila coloro che non percepiscono alcun sostegno reddituale nella nostra regione. La Regione Campania – spiegano – ha messo in atto una serie di misure di politiche attive che, a fronte degli sforzi fatti, hanno prodotto risposte inadeguate alla gravità della situazione soprattutto perché non affiancate da reali e concrete politiche di espansione produttiva». Le sigle, dunque, per tenere accesi i riflettori sui problemi occupazionali che hanno colpito la Campania, hanno deciso di organizzare «una serie di presidi incalzanti, giorno per giorno, territorio per territorio, presso la Regione Campania a Santa Lucia». Nel dettaglio domani alle 10 ci sarà un presidio degli ex lavoratori dell’area torrese/stabiese; martedì quello presidio dei lavoratori del bacino di crisi di Caserta; giovedì quello dei lavoratori del bacino di crisi di Avellino, Benevento e Salerno. Insomma l’obiettivo è far sentire la vicinanza ai lavoratori e soprattutto far capire alla Regione Campania che esiste un universo che rischia di implodere.

domenica, 22 Aprile 2018 - 19:53
© RIPRODUZIONE RISERVATA