Abusi, Papa Francesco benedice Diego vittima di un prete pedofilo: «Vai avanti» Ma la Curia invia gli atti in ritardo

Una delle proteste contro la Curia di Napoli prima della riapertura dell'inchiesta su don Silverio Mura
di Dario Striano

La sua battaglia contro i preti pedofili, contro la parte marcia della Chiesa, ora ha anche la benedizione del Santo Padre. Il Vaticano ha tenuto fede all’impegno preso poche settimane fa: Diego Esposito, il 40enne della periferia orientale di Napoli che ha denunciato gli abusi subiti – in età adolescenziale – dal suo insegnante di Religione, il parroco di Ponticelli don Silverio Mura, ieri mattina è stato ricevuto da Papa Francesco. «Sono onorato – ci racconta Diego – L’incontro è durato pochi minuti ma sono felice. Mi ha detto che devo andare avanti e non devo mollare. Conosceva la mia storia e mi ha rassicurato che la segreteria del Vaticano sta lavorando sul mio caso, nonostante le difficoltà». Che sono tante. «Con me – ha continuato Diego – ho portato un fascicolo di documenti e denunce. Il Santo Padre li ha visti e mi ha chiesto di consegnarli al personale della I sezione della segreteria del Vaticano che si sta occupando del mio caso. E poi mi rivelato che hanno avuto qualche problema con la Curia di Napoli perché è un po’ lenta ad inviare il materiale».

L’attacco di panico
L’emozione di vedere il Sommo Pontefice e di poter parlare con lui, il ricordo degli anni bui, l’attesa per un evento che fino a qualche mese fa sembrava impossibile. Immediatamente dopo l’incontro con papa Francesco, Diego Esposito ha avuto però un attacco di panico ed è stato immediatamente trasportato in infermeria. «Attendevo questo momento da tempo – ha detto Diego – e la rapidità dell’incontro inizialmente mi ha scosso. Speravo di poter dire molto di più al Papa e per questo mi sono sentito male. Non sono riuscito a calmarmi. Ora però a mente un po’ più fredda, posso dirmi felice». Diego reagisce così alle situazioni di forte stress da quando ha preso consapevolezza delle violenze subite da don Mura. L’uomo di cui più si fidava, rivelatosi invece un orco. Per la criminologa e psicoterapeuta Luisa D’Aniello, consulente di parte nel processo civile che si terrà dinanzi al tribunale di Napoli a inizi 2019, gli attacchi di panico sono la conseguenze di una «sintomatologia di natura psicosomatica», i sintomi di «un trauma non ancora mentalizzato a pieno» che si ripropongono ogni qualvolta Diego è sottoposto a stress.

La vicenda
E per Diego quell’incontro con Papa Francesco era molto importante. Perché nonostante gli abusi denunciati – già nel 2010 -, il 40enne napoletano non ha mai smesso di credere nella parte sana della Chiesa. E perché è stato proprio il Pontefice a chiedere a febbraio 2018 che le indagini archiviate, «forse con troppa fretta dalla Curia di Napoli», sulle presente violenze sessuali di don Mura venissero riaperte. Da quel momento è stato un crescendo. Il volto di don Silverio è stato trasmesso da giornali e televisioni di tutta Italia, così le mamme di Montù Beccaria, paesino in provincia di Pavia, lo hanno scoperto mentre insegnava catechismo ai loro figli, sotto falso nome. Circostanza che ha spinto gli attivisti di Rete L’Abuso – associazione in trincea contro i preti pedofili – a presentare un fascicolo al tribunale di Pavia; e che ha spinto Diego a manifestare la sua rabbia contro la Curia  partenopea («colpevole di aver coperto l’identità del parroco») all’esterno del Duomo di Napoli ad aprile 2018. Poi si sono aggiunte altre vittime di don Silverio – di cui si sono nuovamente perse le tracce -, ben 11, che sarebbero pronte a testimoniare nel processo civile di scena al tribunale di Napoli. Perché se i reati penali possono essere già prescritti, la Giustizia civile può ancora agire. «Non vivo più e non posso più lavorare a causa dei disturbi di cui soffro – ha concluso Diego – E questa cosa mi fa stare ancora più male. Nei prossimi giorni penso che andrò nuovamente all’esterno del Duomo». E ci andrà con un cartello «su cui chiederò l’elemosina per aiutare una persona che ha perso il lavoro a causa degli abusi di un prete».

lunedì, 11 Giugno 2018 - 15:59
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