Esame di avvocato, nuova bufera a Napoli: la commissione annulla 2 ‘compiti’, ma le escluse parlano di brogli. Toghe in rivolta

di Manuela Galletta

Alla prova scritta dell’esame di abilitazione per avvocato funziona così: ogni candidato deve redigere tre pareri legali: uno di diritto civile, uno di penale e il terzo, a scelta, su un quesito proposto in materia a scelta del candidato tra diritto privato, diritto penale e diritto amministrativo.
All’ultimo esame di abilitazione tenutosi a Napoli, quello già nel ciclone delle polemiche per via della forte incidenza di bocciati (escluso dall’orale il 76,5% degli aspiranti avvocati), è accaduto però qualcosa di assai anomalo. Un ‘incidente’ destinato a sollevare altre polemiche e che di sicuro finirà al cospetto del ministero della Giustizia. La commissione esaminatrice, che è la Corte d’Appello di Milano per competenza, ha rintracciato due buste, di altrettante candidate, all’interno delle quali non c’erano i compiti ‘corrispondenti’ alla norma. In una busta c’erano due pareri di civili e uno di penale; nell’altra c’erano l’atto di penale e altri due atti giudiziari riconducibili alla terza prova. Un’anomalia bella e buona, che ha spinto la commissione ad annullare i compiti. Ma il punto è che le due candidate in questione giurano di non essersi mai scambiate i compiti, di non essersi mai aiutate nel corso delle tre prove scritte, ma soprattutto sostengono di non conoscersi neppure. E, allora, se le due candidate non sono state le autrici del ‘pasticcio’ rilevato dalla commissione, come è possibile che i compiti si siano incrociati? Alla domanda potrebbe essere chiamato a dare risposta il ministero della Giustizia. Sì, perché da Napoli – dove è già partita una dura contestazione alle modalità di correzione dei compiti dopo la notizia sull’elevato numero di bocciati per mano della Corte d’Appello di Milano – si è immediatamente levata una reazione bellicosa in difesa delle due candidate: «È inaccettabile che nonostante irregolarità poste in essere verosimilmente dalle Commissioni di Milano deputate alle correzioni, si registrino bocciature», scrivono in una nota gli avvocati Gennaro Demetrio Paipais, Giustino Ferone, Carmine Foreste e Mario Covelli, rispettivamente presidenti dell’Unione Giovani Penalisti di Napoli, dell’Unione Giovani Civilisti, di Alpha Lawyers e della Camera Penale Minorile. Per gli avvocati «il dato testimonia l’inadeguatezza dell’esame, concludono gli avvocati, e avvalora ipotesi di irregolarità». Ecco perché gli avvocati hanno «depositato al deputato Gianfranco Di Sarno della Commissione Giustizia la richiesta di avanzare interrogazione parlamentare al Ministero affinché faccia luce sulle correzioni del 70 percento degli elaborati ritenuti non idonei». Nell’atto gli avvocati, infine, paventano anche «una volontà politica di contingentare l’accesso all’Albo». (L’articolo prosegue sul quotidiano digitale di giovedì 19 luglio disponibile a pagamento. Per abbonarsi basta accedere alla sezione ‘Sfoglia il Quotidiano’; per gli avvocati disponibile un servizio omaggio abbinato all’abbonamento)

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giovedì, 19 Luglio 2018 - 08:23
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