Concorsi ‘truccati’ nella Sanità lucana, Marcello Pittella (Pd) resta ai domiciliari:
lo scandalo della Basilicata

Marcello Pittella (Pd)
di Serena Finozzi

Il governatore lucano Marcello Pittella resta ai domiciliari. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Potenza che ha rigettato la richiesta di remissione in libertà presentata dai difensori del governatore in quota Pd. Arrestato lo scorso 6 luglio, Pittella è accusato di falso e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di finanza e della Procura di Matera su raccomandazioni e concorsi truccati nella sanità lucana. La richiesta di revoca della misura cautelare era stata presentata dai difensori di Pittella, Emilio Nicola Buccico e Donatello Cimadoro, martedì scorso, quando il governatore (sospeso dal suo incarico per effetto della legge ‘Severino’ e sostituito dall’assessore alla Sanità Flavia Franconi) depositò per circa un’ora e mezza le sue motivazioni difensive. In quella stessa giornata, inoltre, il gip di Matera, Angela Rosa, respinse l’altra richiesta di revoca della misura cautelare presentata, appunto, a seguito dell’interrogatorio di garanzia. «Crediamo nell’estraneità del nostro assistito – hanno detto all’Ansa i difensori del governatore – e, pertanto, conosciute le motivazioni, proporremo ricorso per  Cassazione». Nonostante continui a professare la sua estraneità ai fatti, nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lucana che coinvolge complessivamente 30 persone, il governatore, nell’ordinanza d’arresto, veniva indicato dal gip come il «deus ex machina della distorsione istituzionale» non limitandosi «ad espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e l’efficienza» del sistema sanitario regionale ma intervenendo, condizionandole, anche sulle scelte gestionali delle Asl «interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali» (nominati dallo stesso governatore). Nei giorni scorsi, intanto, il ministro della Salute Giulia Grillo ha mandato sui ispettori presso l’Asl di Matera con il compito di «accertare se, e in quale misura, in conseguenza delle vicende giudiziarie che stanno interessando alcune strutture sanitarie della regione, siano stati commessi reati contro la pubblica amministrazione e impedimenti nell’erogazione dei servizi sanitari ai cittadini», come spiegava un’apposita nota diramata dal Ministero. «Seguirò con la massima attenzione gli sviluppi dell’inchiesta», assicurava Grillo già all’indomani dell’arresto, tra gli altri, del governatore lucano confermando anche la «necessità di spezzare definitivamente il cordone ombelicale che lega la gestione della sanità a un pesante e spesso illecito condizionamento dalla politica e dei partiti».

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sabato, 21 Luglio 2018 - 17:55
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