Procura di Salerno, il plenum del Csm dà il via libera: Borrelli è il nuovo capo, in 19 votano per lui. Impasse superata

Il magistrato Giuseppe Borrelli
di Manuela Galletta

L’impasse è stata superata. Giuseppe Borrelli, attuale procuratore aggiunto di Napoli, sarà il nuovo capo della procura di Salerno. Dopo un primo forte momento di perplessità che aveva spinto il plenum del Csm a rimandare indietro gli atti sulla nomina proposta all’unanimità dalla Quinta Commissione, questo pomeriggio il plenum del Csm ha deliberato per il conferimento dell’incarico al magistrato, che lascerà dunque la procura di Napoli e il suo ruolo di coordinatore del pool casertano della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. A favore di Borrelli hanno votato 19 consiglieri, cinque gli astenuti.

Si chiude dunque una storia tormentata, resa tale per via di alcuni elementi saltati fuori dall’inchiesta di Perugia che nella primavera dello scorso anno ha creato un terremoto nell’ambito della magistratura e del Csm stesso. Il nome di Borrelli saltò fuori da una intercettazione, lo chiamavano in causa durante una conversazione il pm romano Luca Palamara (al centro dell’inchiesta) e il pm della Dna Cesare Sirignano (che ora è sotto procedimento disciplinare). I due ragionavano sulla necessità, di Palamara, di piazzare alla guida della procura di Perugia (competente a indagare sui magistrati di Roma) un procuratore che si prestasse a portare avanti l’esposto presentato dal pm Stefano Fava contro l’allora procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Paolo Ielo. Venne così fuori il nome di Borrelli, che aveva presentato domanda per Perugia.

Da qui in poi la storia della nomina di Borrelli a capo della procura di Salerno, che nel frattempo aveva avuto il via liberà all’unanimità da parte della Quinta Commissione, si è fatta complicata. Prima di decidere, il plenum del Csm ha ascoltato Cesare Sirignano, ottenendo un racconto che ha aperto a nuovi dubbi: Sirignano ha parlato di numerose telefonate da parte di Borrelli perché questi temeva di essere penalizzato nella corsa a procuratore per via delle crepe aperte all’interno di Unicost; Sirignano ha anche riferito di avere sorpreso Borrelli a registrare le loro conversazioni. E’ questo nuovo elemento che spinge il plenum del Csm ad azzerare la nomina di Borrelli e a rispedire gli atti indietro alla quinta Commissione. Si riparte da zero e si riparte con una nuova audizione di Borrelli, chiesta proprio dal magistrato. Siamo agli inizi di dicembre.  Borrelli, come poi spiegherà la Quinta commissione nella relazione inviata al plenum, chiarisce ogni punto, incluse le ragioni che lo hanno indotto a registrare i colloqui con Sirignano.

La conclusione è a favore del procuratore aggiunto di Napoli: «Anche all’esito dell’audizione non sono emersi elementi sulla base dei quali poter fondatamente ipotizzare eventuali forme di coinvolgimento, diretto o indiretto, del dott. Borrelli nelle note vicende riconducibili ad alcuni ex componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, né, più in generale, è emerso che il dott. Borrelli si sia attivato per caldeggiare, in qualsiasi forma, la sua candidatura nelle procedure di conferimento degli incarichi direttivi per i quali aveva fatto domanda, in particolare integrando le conversazioni acquisite un semplice scambio di impressioni e di personali convinzioni. L’intera vicenda deve ritenersi, pertanto, priva di effettivo rilievo nell’ambito della presente procedura di selezione».

E così la quinta Commissione archivia la storia e passa nuovamente ad esaminare i profili dei concorrenti. Borrelli batte tutti su molteplici fronti: ha ottime capacità di gestire un ufficio, nel ‘report’ la Commissione parla di «spiccatissime attitudini allo svolgimento dell’incarico»; ha un’«eccellente conoscenza delle disposizioni normative primarie e secondarie nonché della giurisprudenza e della dottrina, gli hanno consentito di conseguire sempre ottimi risultati ed unanime apprezzamento da parte dei colleghi, dei rappresentanti del Foro e del personale amministrativo»; e mostra «conoscenze ordinamentali» di rilievo «conseguite sia per le funzioni di Procuratore Aggiunto, sia per il fatto che è stato Ispettore Generale presso l’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia e in tale veste ha potuto acquisire ulteriori significative conoscenze in ordine al funzionamento degli uffici giudiziari e dei servizi di cancelleria». Con queste motivazioni la Quinta Commissione ‘licenzia’ la sua proposta di nomina: Borrelli viene votato da Piercamillo Davigo (che durante il primo plenum aveva chiesto verifiche sulla posizione del magistrato), da Marco Suriano, da Marco Mancinetti e da Benedetti, nonché dal laico Michele Cerabona. Si astiene solo il consigliere di Mi Loredana Micciché.

E così la pratica arriva – come da prassi – sul tavolo del ministro Bonafede, che il 20 gennaio dà il suo via libera. Oggi pomeriggio la votazione finale del plenum e la chiusura di una storia tormentata che dà finalmente un capo a una procura senza guida da troppo tempo.

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mercoledì, 22 Gennaio 2020 - 19:30
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