Coronavirus, il sindaco di Messina blocca il porto per fermare l’esodo dal Nord: «Non faccio passare nessuno»

Cateno Deluca

E’ furioso il sindaco di Messina Cateno De Luca che è da qualche ora all’imbarco dei traghetti per la Sicilia: «Resto qui, fermerò chiunque sbarca». Il primo cittadino messinese si riferisce all’esodo, in atto in queste ore, di cittadini provenienti dal Nord che, approfittando della chiusura delle fabbriche, stanno tornando sull’isola mettendo a rischio la popolazione. Come è noto, la maggior parte dei contagi registrati nel Meridione, sono stati ‘causati’ dai ritorni in massa di persone che lavorano nel Settentrione. Il primo esodo si è verificato quando, a causa di anticipazioni del decreto di chiusura della Lombardia, migliaia di ‘fuorisede’ hanno preso d’assalto treni, autobus ed autostrade.

Il secondo ritorno di massa si sta registrando in queste ore, dopo l’annuncio sabato sera del decreto di chiusura delle fabbriche. Poche ore dopo il discorso di Giuseppe Conte, si sono diffuse sul web le immagini delle file di auto incolonnate ferme per ore all’imbarco di Villa San Giovanni in attesa di prendere il traghetto per Messina. Scene che hanno fatto infuriare in primis il governatore siciliano Nello Musumeci che ha chiesto un intervento del prefetto e del Governo.

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Ma Cateno De Luca, primo cittadino dalla personalità esuberante, è andato oltre e ha raggiunto la strada che conduce al porto in cui sbarcano i traghetti, bloccandola insieme ad un gruppo di cittadini. «E’ assurdo – ha urlato il primo cittadino – che si possa permettere tutto questo. Chi ci tutela? Le ordinanze, i decreti, sono carta straccia, non vengono rispettati. Io resto qui e non faccio passare nessuno».

«Da dieci giorni – ha continuato De Luca – non siamo ascoltati da nessuno. Non si prende spunto dai nostri suggerimenti, come quello di far registrare on line tutti quelli che intendevano sbarcare fino a dieci ore prima, così da individuare chi veniva da fuori. Ma non gliene frega niente a nessuno. Io sono uno pratico, se arrivo a queste conseguenze è per l’assenza di istituzioni».

Un caso eclatante, citato dalla fascia tricolore, è quello di una renault 4, con a bordo due artisti di strada francesi, che «hanno attraversato l’Italia intera, sono stati controllati e sono arrivati in Sicilia imbarcandosi a Villa San Giovanni senza nessuna conseguenza». Un’auto che ha superato ogni verifica nonostante in Italia viga il divieto di spostamento su tutto il territorio.

Sul caso del nuovo esodo di meridionali ha risposto oggi anche il Ministero dell’Interno che, riferendosi alle accuse di Musumeci, ha fatto sapere che non esiste alcun «flusso incontrollato verso le coste siciliane, tant’è che, ieri, tutte le persone che hanno traghettato sono risultate legittimate a farlo». Ma il governatore siciliano non ha fatto mancare la replica: «Nessuno deve più entrare in Sicilia, lo sa il ministro dell’Interno, lo sa il premier Conte, lo sa il ministro Boccia, lo sanno tutti a Roma». Per il presidente della Regione siciliana, unici a dovere attraccare sono forze dell’ordine, forze armate, sanitari e pendolari. Musumeci ha messo per iscritto le sue accuse, chiedendo di tutelare le vite dei siciliani, di attivare i controlli, di bloccare gli ingressi.

Un botta e risposta dai toni tesi, con il sigillo messo dallo show del sindaco di Messina, intenzionato a ‘difendere’ la costa siciliana e la salute dei suoi concittadini alzando un muro laddove da anni si vorrebbe costruire un ponte.

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lunedì, 23 Marzo 2020 - 21:20
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