Fase 2: da oggi in 4 Regioni è scaricabile la app Immuni su Android e Ios. Allarme per il rischio virus da false mail

iphone, smartphone

L’applicazione Immuni sarà scaricabile sui cellulari Android ed Ios da oggi pomeriggio, ma solo in 4 Regioni. Solo in Liguria, Marche Abruzzo e Puglia infatti gli utenti che posseggono uno smartphone Android o Apple potranno scaricare la app che dà la possibilità ai cittadini di ‘tracciare’ i contatti di chi si scopre contagiato da Coronavirus. Si tratta di una delle novità decise dalla task force per la Fase 2 guidata da Vittorio Colao che non ha mancato di scatenare polemiche anche sui possibili rischi di violazione della privacy. Rischi rispetto ai quali sono giunte le rassicurazioni del Governo: i dati sensibili saranno tutelati.

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In particolare, l’applicazione seguirà il modello decentralizzato di Google e Apple: i dati raccolti – si legge nelle spiegazioni fornite da Google ed Apple –  saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale; non traccerà gli spostamenti, ma solo i contatti di prossimità tra smartphone; non sarà obbligatorio scaricarla, né usarla; i dati raccolti potranno essere condivisi solo con l’autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), dovranno essere cancellati entro dicembre 2020. Per scaricare l’app Immuni, basta il download dagli store di Apple e Google e comparirà sul telefono. Si potrà quindi inserire i  dati e attivare la localizzazione. La sperimentazione nelle 4 Regioni durerà 4 giorni, poi il via libera eventuale nel resto d’Italia.

Peraltro già moltissimi utenti hanno segnalato, non solo nelle quattro Regioni in cui si avvia la sperimentazione (che parte oggi dopo l’orario di pranzo, all’incirca) che esiste già una app scaricata automaticamente dal loro sistema Android, anche in Campania.

Inoltre, a poche ore dal varo ufficiale, è stata segnalata già il primo virus:  si chiama FuckUnicorn e diffonde un ransomware (ovvero prende ‘in ostaggio’ il dispositivo e poi chiede un riscatto, con il pretesto di far scaricare un file che si chiama proprio ‘Immuni’. Si diffonde con una mail che invita a cliccare su un sito fasullo che imita quello del Fofi, la Federazione Ordini dei farmacisti italiani.

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lunedì, 1 Giugno 2020 - 10:46
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