Ondata di Covid, Speranza: «Situazione seria». Conte sulle restrizioni: «Uno sforzo per evitare di colpire le attività»

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte (foto Kontrolab)

«Siamo in una stagione che nessuno poteva immaginare. Ora i numeri ci dicono in maniera molto chiara che siamo dentro una sfida enorme nel mondo, in Europa e nel nostro Paese, e dobbiamo ragionare su come affrontarla e provare a vincerla. La situazione è seria, delicata e ancora ci vede pienamente in battaglia».

Il ministro della Salute Roberto Speranza non nasconde preoccupazione per la risalita dei casi di contagio da Coronavirus. I numeri parlano chiaro: per la prima volta dopo quasi sei mesi, nelle ultime 24 ore vi è stato un incremento di 3.678 casi. Era dal 16 aprile, in pieno lockdown, che non si registravano numeri così alti. E’ vero che i 3.678 nuovi casi sono stati individuati con 125.314 tamponi, il record dall’inizio dell’emergenza e oltre 25mila in più rispetto a ieri (con un rapporto tra contagiati e tamponi effettuati che e’ al 2,93%, in leggero aumento); ma è altrettanto vero che un incremento di mille casi in un solo giorno non si registrava dal periodo più buio dell’emergenza. Un dato, quest’ultimo, che trova conferma anche nel numero delle vittime: 31 nelle ultime 24 ore che portano il totale a 36.061. Un incremento tale si era registrato l’ultima volta alla fine di giugno.

E’ per questa ragione nel primo pomeriggio di oggi il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto di legge che entrerà in vigore già domani, giovedì 8 ottobre. Come da indiscrezioni, viene introdotto l’obbligo di mascherine anche all’aperto, misura che il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha introdotto già due settimane fa, seguito a ruota da Sicilia, Lazio e Basilicata. «L’obbligo salta se si vive isolati in campagna o in montagna», ha precisato Conte in una fugace conferenza stampa tenutasi questa sera. «Non possiamo più entrare nell’ottica che se uno vede una strada non affollata se la toglie e poi se la mette», ha aggiunto. Il premier ha però tenuto a lanciare una raccomandazione: «Nelle case private non possiamo entrare, non possiamo imporre le mascherine. Però anche in famiglia dobbiamo stare attenti. Proteggiamo gli anziani con le mascherine se ci avviciniamo. Se riceviamo parenti che non convivono con noi stiamo attenti». Dall’obbligo di usare le mascherine saranno esentati i minori di 6 anni e chi ha problemi respiratori.

Il decreto interviene anche sulla facoltà delle Regioni di introdurre misure derogatorie rispetto a quelle previste a livello nazionale, nelle more dell’adozione dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri. Si prevede che le Regioni, nei limiti delle proprie competenze regionali e di quanto previsto dal decreto-legge n. 33 del 2020, possano introdurre temporaneamente misure maggiormente restrittive. Nel caso in cui le Regioni vogliano invece allentare misure decise a livello nazionale dovranno prima confrontarsi con il ministero della Salute e ottenere il via libera. Il testo differisce, inoltre, al 31 ottobre 2020 i termini per l’invio delle domande relativi ai trattamenti di cassa integrazione ordinaria collegati all’emergenza Covid-19.

E’ infine prorogata al 31 dicembre 2020 l’operatività di specifiche disposizioni connesse all’emergenza Covid, in scadenza al 15 ottobre 2020. La necessità di adottare queste prime nuovi stringenti misure, dopo il termine del lockdown, è determinata dalla volontà di salvaguardare le attività economiche del Paese. Contrariamente a quanto disposto in Campania da De Luca, non ci sarà infatti nessuna chiusura anticipata delle attività di ristorazione. «Vogliamo evitare misure restrittive per attività produttive», ha spiegato Conte.

mercoledì, 7 Ottobre 2020 - 19:53
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