Giustizia svenduta a Trani, chiesti quasi 20 anni per l’ex gip Nardi e pene severissime anche per un poliziotto e un avvocato

Tribunale Trani
Tribunale di Trani

Sono richieste di condanna pesanti come macigni quelle che i pubblici ministeri Roberta Licia e Alessandro Prontera consegnano ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce a conclusione di un articolo e intenso dibattimento che tra settembre e oggi ha viaggiato a ritmi velocissimi.

Per il cosiddetto ‘sistema Trani’, la rete di corruzione e favori che ha svilito la giustizia nel Palazzo della legge della cittadina pugliese, la procura ha chiesto 19 anni e 10 mesi di reclusione per Michele Nardi, che all’epoca dei fatti era gip a Trani e che, insieme all’allora pm Antonio Savasta (processato con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena, e condannato a 10 anni), era considerato il cuore di un volgare giro di procedimenti ‘addomesticati’ in cambio di soldi, regali (in alcuni casi gioielli e diamanti) o altre utilità.  Nei confronti dell’ex gip di Trani Michele Nardi è stata avanzata anche la richiesta di confisca per equivalente di oltre 3 milioni di euro. Nardi è accusato di accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e al falso e la richiesta di condanna abbraccia tutte le contestazioni che risalgono al periodo compreso tra il 2014 e il 2018.

Richiesta severissima di condanna anche per Vincenzo Di Chiaro, all’epoca dei fatti in servizio presso il commissariato di Corato; 6 anni e 4 mesi per l’avvocato Simona Cuomo; 5 anni e 6 mesi per Gianluigi Patruno, titolare di una palestra a Corato; 4 anni e 3 mesi per Savino Zagaria, ex cognato di Antonio Savasta.  Nardi è stato a lungo detenuto in carcere: a giugno, dopo un anno e 5 mesi di reclusione in cella, ha ottenuto gli arresti domiciliari. Fu arrestato il 14 gennaio del 2019. Anche il poliziotto Di Chiaro ha ottenuto i domiciliari a giugno dopo lo stesso periodo di carcerazione sofferto da Nardi. 

L’inchiesta sulla giustizia svenduta a Trani ha già portato a delle condanne: lo scorso 9 luglio si è chiuso il processo con rito abbreviato a carico di 5 imputati. Il gip Cinzia Vergine del Tribunale di Lecce, sposando la tesi accusatoria, ha inflitto 10 anni all’allora pm Antonio Savasta, che ha lasciato la magistratura: a lui erano contestati 14 capi di imputazione. Condanna a 4 anni per un altro magistrato, Luigi Scimé, che all’epoca era in servizio a Trani, e che era accusato di corruzione in atti giudiziari in relazione a presunte nazioni di denaro che avrebbe ottenuto dall’imprenditore Flavio D’Introno. Condanna a 4 anni per l’immobiliarista di Barletta Luigi Dagostino; 4 anni e 4 mesi per l’avvocato Ruggiero Sfregola del foro di Trani, accusato di concorso in corruzione e falso; 2 anni e 8 mesi per l’avvocato Giacomo Ragno, anche lui del foro di Trani, che rispondeva di calunnia e falsa testimonianza, oltre che di concorso in corruzione. 

mercoledì, 11 Novembre 2020 - 17:34
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