Le chat (che scottano) con Palamara, il pg Salvi: «Azione disciplinare per 27». Ci sono Sirignano e 2 magistrati segretari al Csm

Luca Palamara
Luca Palamara

Dopo l’espulsione del pm Luca Palamara dalla magistratura, e dopo l’apertura di un processo disciplinare a carico di alcuni (ex) consiglieri togati del Csm, la procura generale della Cassazione accelera le valutazioni su tutti quei magistrati che hanno avuto contatti ‘sensibili’ con Palamara. Il trojan inoculato nel cellulare di Palamara nell’ambito di un’inchiesta per corruzione sull’allora magistrato inquirente ha consentito di catturare numerose conversazioni, avvenute via chat, sui delicati temi delle nomine o su altri aspetti della vita della magistratura, come le promozioni all’interno degli uffici giudiziari. Dialoghi ritenuti dalla procura generale della Cassazione inopportuni e contrari al codice etico che regola le azioni di giudici e pm. In particolare sono 27 le posizioni ‘isolate’ dalla procura generale e nei confronti delle quali è stata avviata l’azione disciplinare.

La circostanza è stata resa nota dal pg della Cassazione Giovanni Salvi parlando al plenum del Csm nella giornata di ieri, martedì 17 novembre.
Alcuni dei 27 magistrati cui Salvi ha fatto riferimento sono già noti e in diverse circostanze il processo disciplinare è già incardinato: nello scorso luglio ha preso il via, ma senza entrare nel merito delle accuse, il procedimento a carico degli ormai ex cinque consiglieri di Palazzo dei marescialli – Corrado Criscuoli, Paolo Cartoni, Luigi Spina, Antonio Lepre e Gianluigi Morlini – che parteciparono alla famosa cena del 9 maggio del 2019 all’hotel Champagne a Roma sulle nomine ai vertici delle procure: per loro è già in corso il processo disciplinare. Secondo l’accusa che gli è costata la radiazione, fu Palamara a organizzare quella riunione per tentare di pilotare, anche con i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Mattia Ferri presenti a quell’incontro, in particolare la nomina del procuratore di Roma.

A processo vi è anche lo stesso Ferri, magistrato in aspettativa: dopo due sospensioni del procedimento, si torna in aula giovedì per decidere sull’ultima delle tre istanze di ricusazione presentate da Ferri nei confronti dei suoi giudici. Venerdì, invece, comincerà il processo disciplinare all’ex pm romano Stefano Fava, ora giudice al tribunale di Latina, accusato di aver esposto a Palamara i contenuti di una nota trasmessa al Csm e di avergli consegnato alcuni allegati «pur nella consapevolezza che sarebbero stati utilizzati dal suo interlocutore per gettare discredito» sull’allora procuratore di Roma Giuseppe Pgnatone e sul suo aggiunto Paolo Ielo.

Finisce a processo anche il magistrato Cesare Sirignano, per anni alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli (faceva parte del pool casertano) prima di approdare alla Direzione nazionale antimafia. Proprio per via di alcuni sensibili dialoghi con Palamara, Sirignano ha perso l’incarico alla Dna e, lo scorso maggio, è stato trasferito – in via cautelare – alla procura della Repubblica di Napoli Nord: il plenum del Csm, con 21 voti a favori e 3 contrari, decise di allontanare il pm dalla squadra di Federico Cafiero de Raho per incompatibilità ambientale. L’udienza per Sirignano comincerà il 13 dicembre. Dibattimento possibile anche il togato di Unicost Marco Mancinetti che mesi fa si è dimesso dal Csm dopo che il pg della Cassazione gli ha avviato l’azione disciplinare contestandogli comportamenti «gravemente scorretti» nei confronti dei colleghi. Infine nel mirino del pg Salvi ci sarebbero anche due magistrati segretari di commissione del Csm, anche loro toccati da discussioni sulle nomine.

mercoledì, 18 Novembre 2020 - 18:50
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