Dpcm di Natale al vaglio di Governo e Regioni. L’idea del governatore della Liguria: una ‘zona bianca’ senza restrizioni

Giovanni Toti
Il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti

Mancano due giorni al varo dell’ennesimo Dpcm con cui il Governo introdurrà nuove misure anti-Covid, stavolta cucite addosso al periodo natalizio che è alle porte e quindi commisurato all’esigenza di evitare spostamenti di massa e assembramenti ‘festivi’ ma anche di consentire una ripresa del commercio, fortemente penalizzato soprattutto nelle zone rosse dal lockdown. Sulla tavolo dell’esecutivo Conte, che oggi incontrerà i rappresentanti delle Regioni, l’Anci e l’Upi, anche altri nodi irrisolti come quello sulla scuola. L’ultimo Dpcm, come noto, scade il prossimo 3 dicembre: si lavora dunque alacremente per definire nei dettagli il nuovo decreto, il cui impianto ha già dei punti fermi.

L’impalcatura del Dpcm appare infatti delineata. Tra le misure che sembrano inscalfibili:  il coprifuoco anche a Capodanno, i ristoranti chiusi il 25 e il 26 dicembre, l’orario d’apertura dei negozi allungato fino alle 21, gli spostamenti vietati tra le Regioni -forse dal weekend prima di Natale – anche se si trovano nella fascia gialla di minor rischio ma con le possibili eccezioni per quei cittadini che abbiano la residenza in un’altra Regione o per chi dovrebbe far ritorno al proprio domicilio e, con l’occasione, rivedere la propria famiglia. Nella zona arancione, secondo le regole già adottate, non è consentito lasciare il proprio comune. Più libertà di movimenti potrebbe essere concessa a chi vuole raggiungere la propria seconda casa all’interno della zona gialla prima del blocco. Sulla scuola, la posizione dei governatori è chiara: bisogna ripartire a gennaio

La posizione delle Regioni è stata illustrata per sommi capi da Giovanni Toti, governatore della Liguria: «Le Regioni chiedono un nuovo confronto che dia trasparenza al processo decisionale che attiene alla divisione in fasce del paese. Le regioni ribadiscono che occorre semplificare e qualificare il processo decisionale, sapere come vengono interpretati i parametri» dice Toti.

«Quasi tutti i governatori hanno sottolineato che occorre accorciare il meccanismo di uscita da una zona – aggiunge – Nell’attuale Dpcm questo processo richiede almeno 21 giorni di calendario, riteniamo possa essere più rapido. Bisogna poi rendere più attuali i numeri su cui si basa l’attribuzione di una zona alle regioni».

Da parte di Toti poi l’idea di una ‘zona bianca’  che si aggiunga alle aree già previste: «Vorremmo comprendere se oltre le zone rosse, arancioni e gialle è possibile immaginare anche una zona dove ci sono ulteriori possibilità economiche se i dati del contagio lo consentiranno- afferma ipotizzando «l’apertura serale di ristoranti e bar, non illimitata e non per le feste, ma nei limiti di protocolli rigorosi vigenti».

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martedì, 1 Dicembre 2020 - 09:33
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