Processo ‘Olimpo’, Greco sull’accusa di estorsione: «E’ stato un equivoco, volevo limitare le minacce di Afeltra»

L'imprenditore stabiese Adolfo Greco
di

Seconda infuocata parte dell’esame di Adolfo Greco, l’imprenditore di Castellammare di Stabia imputato per due episodi di estorsione (uno tentato e l’altro consumato) aggravata dal metodo mafioso. Dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata, nella giornata di venerdì 5 febbraio, Adolfo Greco ha risposto alle domande del pm antimafia Giuseppe Cimmarotta sull’episodio che riguarda Giuseppe Imperati, imprenditore del settore caseario di Agerola vittima del ‘pizzo’ da parte del boss Raffaele Afeltra per il quale, secondo la procura, Adolfo Greco avrebbe mediato.

«Io ho solo cercato di bloccare le prepotenze di Afeltra», ha spiegato l’imputato per giustificare il suo atteggiamento nei confronti del ras di Agerola e del nipote Giuseppe Gentile. Infervorato, ha raccontato della preoccupazione sentita in quei giorni per sé e per l’amico fraterno Imperati. «Sono parole dette in un contesto di paura. Questi sono animali, sono camorristi». L’accusa ha incalzato sulle frasi utilizzate da Greco: «Che voleva intendere con “simpatizzo per la vostra famiglia”?».

E ancora, in riferimento al colloquio successivo con Gentile: «Perché ha fatto riferimento a Raffaele Cutolo dicendo che la gente gli dava i soldi con piacere?». Adolfo Greco si è spazientito: «Sono parole dette in un contesto di minacce. Mi trovavo in quella situazione per un equivoco». Ha saputo della richiesta di denaro da Umberto Cuomo (imputato anch’egli), che ha incontrato su insistenza di quest’ultimo. Gli Afeltra, gli aveva spiegato Cuomo, erano arrabbiati perché avevano chiesto un prestito garantito ad Imperati che, secondo loro, su consiglio di Greco si era tirato indietro.

Il ‘re del latte’, ha dichiarato in Aula, non sapeva nulla: «Imperati mi ha messo in mezzo. Se non l’avesse fatto oggi non sarei qui». E di qui l’accusa alle forze dell’ordine che, per Greco, nonostante all’epoca delle intercettazioni avessero ascoltato «le sentenze», cioè “o paghi o muori”, contro di lui e Imperati non sono intervenuti. Alla fine, l’imprenditore di Agerola, dei 50mila euro iniziali ha pagato ‘solo’ 12mila, di cui una parte dati dallo stesso Greco, stando al suo racconto. Racconto che necessita per il Tribunale ulteriori chiarimenti e per questo ha rinviato alla prossima udienza la sua conclusione.

Durante la prima parte del suo esame, Adolfo Greco, ha affrontato l’altro episodio di cui è accusato: l’imposizione dell’assunzione in un supermercato del nipote di Paolo Carolei, boss dei D’Alessandro.

domenica, 7 Febbraio 2021 - 15:38
© RIPRODUZIONE RISERVATA