Riforma dell’abuso d’ufficio, l’appello dei sindaci a Draghi. Decaro (Anci): «Quattro punti nel programma del nuovo Governo»

sindaco generica

Nel programma di Governo di Mario Draghi ci sia spazio anche per la riforma del Testo unico degli enti locali e la riscrittura del reato di abuso di ufficio. I sindaci dell’Anci (l’associazione che riunisce 8mila Comuni italiani) hanno incontrato questa mattina, con una delegazione guidata dal presidente e sindaco di Bari Antonio Decaro, il premier incaricato che sta svolgendo il secondo giro di consultazioni in vista della nomina del nuovo esecutivo.

Da parte dei primi cittadini è arrivato l’appello ad una riforma che incida sulle azioni dei primi cittadini, zavorrate dalle conseguenze penali di condotte non ascrivibili direttamente a loro. Il caso che ha fatto scoppiare la polemica, trasformatasi in una petizione appella già firmata da quasi 4mila fasce tricolore, è stata la condanna della sindaca di Torino Chiara Appendino per i fatti di piazza San Carlo. Partendo da questa vicenda giudiziaria, Anci ha promosso l’appello che ha rivolto al Parlamento e ora anche a Draghi.

I punti programmatici sono quattro, a partire dalle correzioni necessarie in materia di responsabilità dei sindaci. In particolare, si chiede una «accelerazione della revisione del Testo Unico dell’Ordinamento degli Enti Locali anche al fine di una più chiara e netta separazione delle responsabilità penali, amministrative e contabili che attengono in via esclusiva alla gestione e quelle che invece devono far capo agli organi politici; una ridefinizione delle competenze e del ruolo del Sindaco sostanziando e circoscrivendo i comportamenti che integrano l’omessa vigilanza sull’operato gestionale»; «un riordino e un coordinamento della disciplina in materia di inconferibilità, incompatibilità e ineleggibilità»;
«una riscrittura dell’abuso d’ufficio (già delimitata come fattispecie con il decreto semplificazioni) con una specificazione dei contenuti delle specifiche regole di condotta che possono dar luogo all’incriminazione, altrimenti ancora troppo generiche. A tal fine si rileva che dati statistici mostrano l’enorme divario tra l’elevato numero di contestazioni dell’abuso d’ufficio (circa 7.000 negli ultimi anni per i quali si dispone di dati: il 2016 e il 2017) e i provvedimenti definitivi di condanna che non arrivano a 100, negli anni considerati»; «una migliore disciplina dell’avvio dell’azione penale e della qualificazione della notizia di reato, distinguendo nettamente l’ipotesi della semplice irregolarità amministrativa da quella di reato».

mercoledì, 10 Febbraio 2021 - 11:46
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