Bomba della procura di Trapani su 3 Ong, 21 indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Uno sbarco di migranti (Foto Kontrolab)

Non prestavano soccorso in mare a migranti naufraghi che tentavano disperatamente di raggiungere le coste italiane, ma fungevano da veri e propri ‘taxi del mare’. Un’accusa pesantissima quella formulata dalla Procura di Trapani nei confronti di tre organizzazioni non governative: Medici senza frontiere, Save the Children e la tedesca Jugend Rettet. Ventuno gli indagati (comandanti, equipaggi, membri delle tre Ong), nell’ambito di una complessa inchiesta che mira a svelare le presunte ‘complicità’ delle navi umanitarie che avrebbero trasbordato migranti da navi libiche portandoli sulle coste italiane, facendo tornare indietro la navi dei trafficanti di uomini. Il reato formulata dalla Procura trapanese è il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Un’inchiesta partita nel 2017 col sequestro della nave Iuventa della Jugend Rettet, con le stesse accuse. Poi l’indagine si è allargata alle altre due Ong e alle imbarcazioni Prudence e Vox Hestia. Un’altra inchiesta riguarda invece solo Medici senza frontiere e ha portato a 4 rinvii a giudizio per smaltimento illegale dei rifiuti dalla nave Aquarius nel 2018.

La notizia dell’indagine è stata subito cavalcata dal leader della Lega ed ex capo del Viminale, che da sempre ha ingaggiato un durissimo duello con le Ong del mare, Matteo Salvini: «Serve chiarezza immediata – ha dichiarato – occorre contrastare con ogni mezzo lecito il traffico di esseri umani. Ne parlerò al più presto con il presidente del Consiglio dei Ministri e con il ministro dell’Interno». Respingono le accuse le organizzazioni coinvolte. Parla di «tentativo di criminalizzazione del soccorso in mare» Medici senza frontiere, mentre per Save the Children la propria condotta nei soccorsi in mare ha sempre seguito il «rispetto della legge e del diritto internazionale in costante coordinamento con la Guardia Costiera».

giovedì, 4 Marzo 2021 - 16:07
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