Castellammare di Stabia, rifiuti stoccati in area sottoposta a vincolo: sequestrata azienda di movimentazione terra

Tribunale Torre Annunziata
Il tribunale di Torre Annunziata

Sigilli all’azienda Dg Scavi Srl di Castellammare di Stabia, con sede operativa a Pompei, operante nel settore del movimento terra e dell’edilizia. I carabinieri del Noe di Napoli hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina e denunciato il rappresentante legale per scarico abusivo di reflui industriali, abbandono di rifiuti speciali pericolosi e per avere realizzato opere edilizie in zona sismica e con vincolo paesaggistico in assenza di autorizzazioni.

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, che si sono avvalsi della collaborazione dell’Arpac, l’azienda avrebbe stoccato illecitamente rifiuti speciali pericolosi in un’area all’aperta. In particolare si tratta di inerti da demolizione, scarti in plastica, residui solidi urbani. Secondo le indagini inoltre le acque di dilavamento dei piazzali e gli olii provenienti da sistemi idraulici e meccanici degli automezzi parcheggiati nell’area venivano scaricati sul nudo terreno. Sarebbero state realizzate, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale, strutture fisse in ferro e calcestruzzo, adibite ad uffici, spogliatoi per il personale e servizi igienici, in assenza di titoli autorizzativi.

Nel corso dell’attività ispettiva i militari del Noe di Napoli hanno rinvenuto tre vasche interrate, prive di certificazione di tenuta stagna, piene di reflui biologici provenienti dai servizi igienici, per le quali la società non disponeva dei titoli autorizzativi allo stoccaggio e non era in grado di fornire i formulari attestanti il regolare smaltimento dei reflui.

Il sequestro preventivo dell’azienda, secondo quanto ritenuto dal giudice delle indagini preliminari di Torre Annunziata, si è reso necessario in quanto vi è «il fondato motivo – si legge in una nota della procura di Torre Annunziata- di ritenere che la prosecuzione dell’utilizzo dell’area sequestrata determinerebbe l’aggravamento delle conseguenze dei reati, la protrazione della commissione degli stessi e la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante».

martedì, 29 Giugno 2021 - 10:23
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