Nola, scontro nel Csm sul caso Triassi. Di Matteo: «Pericoloso precedente decidere su improprie sollecitazioni dei carabinieri»

Il magistrato Laura Triassi
Il magistrato Laura Triassi

Cosa accadrà adesso nella procura della Repubblica di Nola? Come sarà possibile fare convivere il procuratore Laura Triassi coi suoi sostituti che l’hanno ‘denunciata’ alla procura generale segnalando comportamenti che a loro dire hanno creato «un profondo disagio e penoso malessere» per l’intero ufficio? Come sarà possibile fare convivere il procuratore Laura Triassi con alcuni carabinieri del circondario di Nola che pure hanno lamentato da parte del magistrato considerazioni di disistima?

Nel pomeriggio il plenum del Csm ha scelto – a maggioranza (risicata) – di non pronunciarsi sulla proposta di trasferimento per incompatibilità ambientale ritenendo di dovere dare la precedenza al procedimento disciplinare che è già aperto sul conto della Triassi per i fatti finiti al centro dell’attenzione del Csm: 11 consiglieri sono stati favorevoli alla sospensione del procedimento con la trasmissione degli atti nuovamente alla Prima Commissione; 9 hanno votato contro e tre si sono astenuti.

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Tra quelli che avrebbero voluto trattare il caso (e quindi hanno votato contro la mozione di sospensione del procedimento) c’era la relatrice del caso, ossia Elisabetta Chinaglia che è presidente della Prima Commissione, secondo la quale non c’era coincidenza dei fatti con quelli oggetto di contestazione disciplinare, e non vi era necessità di ulteriore istruttoria, che è già in corso di svolgimento davanti alla procura generale in relazione alle plurime contestazioni disciplinari.

«Ai fini della procedura amministrativa di I Commissione – ha spiegato Chinaglia – rileva non già l’accertamento di condotte colpevoli ma il fatto, acclarato e pacifico, della incomunicabilità interna alla Procura e della grave frattura all’interno dell’ufficio tra tutti i sostituti e gran parte del personale amministrativo e della polizia giudiziaria da un lato e il procuratore capo, dall’altro; ciò del resto si desume dalle stesse dichiarazioni della dottoressa Triassi. Rileva, quindi il grave difetto di funzionamento dell’ufficio, considerato che la procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale ha attenzione all’esercizio imparziale e indipendente della giurisdizione e al buon funzionamento degli uffici, nell’interesse della collettività».

Tra quelli che, invece, hanno votato a favore della sospensione del procedimento vi sono Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo che nei loro interventi hanno sollevato perplessità sulla vicenda. «Oggi noi stiamo proponendo di trasferire il procuratore della Repubblica di Nola che è arrivata all’incarico dopo la sentenza del giudice amministrativo, dopo un periodo particolarmente breve. Si è insediata a settembre e l’esposto dei sostituiti pm è di aprile; noi oggi valutiamo solo 6/7 mesi di attività», ha sottolineato Di Matteo che si era già astenuto sulla delibera in commissione, avendo chiesto di sentire tutti i pm di Nola (richiesta non accolta).

«Ci troviamo davanti a un pericoloso precedente di ipotesi di trasferimento di un procuratore anche sulla base di improprie sollecitazioni di carabinieri. Un procuratore non può essere trasferito sulla base di segnalazioni di questo tipo – ha ammonito Di Matteo – senza una nostra approfondita istruttoria». A giudizio di Sebastiano Ardita «sulla base della proposta non si rileva nessuna censura sull’efficienza o sulla trasparenza professionale della dottoressa Triassi e le circostanze contestate, che attengono a singoli episodi di problemi relazione con alcuni sostituti, non risultano ricostruite e riscontrate nella fase istruttoria».

mercoledì, 28 Luglio 2021 - 22:35
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