Clan Moccia, ordini dal carcere agli affiliati. Nel ‘sistema’ imprenditori attivi nei grandi appalti ferroviari e dell’alta velocità


Gli ordini partivano dal carcere, dove i vertici del clan sono detenuti. E arrivavano ad Afragola, quartier generale del clan e territorio sul quale si drenano soldi a colpi di estorsione. E’ così che il clan Moccia, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha gestito gli affari illeciti lungo l’asse Roma-Afragola.

«L’indagine – viene annotato in un comunicato stampa della procura a corollario dell’inchiesta che oggi è sfociata nell’esecuzione di 57 misure cautelari – ha consentito di acquisire gravi indizi circa l’esistenza e l’operatività dell’organizzazione mafiosa, strutturata verticisticamente e organizzata su diversi livelli di comando e di competenza territoriale, della quale sono ritenuti capi e fratelli Angelo Moccia, Luigi Moccia, Antonio Moccia e il cognato Filippo Iazzetta, i quali, anche in stato detentivo e sebbene i citati Angelo e Luigi si fossero da tempo trasferiti nella città di Roma, avrebbero veicolato ordini agli affiliati, a vario livello a loro subordinati, anche promuovendo all’occorrenza specifici reati fine».

Del ‘sistema’, specifica la procura, facevano parte sia «sottogruppi territoriali costituenti l’ala militare dell’organizzazione» sia «imprenditori attivi nel settore del recupero degli olii esausti di origine animale/vegetale di tipo alimentare e degli scarti di macellazione, nonché nei grandi appalti ferroviari e dell’alta velocità, cui avrebbero impartito direttive e fornito ingenti provviste derivanti dall’accolumazione illecita, nel tempo, di ingenti capitali».

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mercoledì, 20 Aprile 2022 - 09:58
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