Pg Cassazione, il plenum del Csm sceglie Salvato a larga maggioranza. Doppiato il pg di Napoli Riello

salvato luigi magistrato
Il magistrato Luigi Salvato
di Manuela Galletta

E’ Luigi Salvato il nuovo procuratore generale della Cassazione. Pochi minuti prima delle 18, il plenum del Consiglio superiore della magistratura lo ha preferito al procuratore generale di Napoli Luigi Riello, che ancora una volta si ferma a un passo dal traguardo.

La nomina è avvenuta a (larga) maggioranza perché, ancora una volta, il Csm – prima nella composizione della Commissione e poi nel plenum – non è riuscito a raggiungere una decisione unitaria.

Per Salvato, attualmente vice del pg di Cassazione Salvi, hanno votato in 17, mentre Riello si è fermato a 8 preferenze. Si è astenuto solo il laico della Lega Stefano Cavanna, mentre Sergio Mattarella non ha votato.

In favore di Salvato si è epsresso anche il pg della Cassazione uscente Giovanni Salvi, che prima delle votazioni ha voluto motivare la sua preferenza: «Mi fa piacere sottolineare, dopo una consiliatura così difficile, che abbiamo candidature di così alto profilo – ha esordito Salvi prima di svelare quale sarebbe stato il suo voto – Mi dispiace umanamente per Antonio Mura che è fuori (il Pg di Roma non è stato votato dalla Commissione, ndr), e per Riello che stimo e a cui voglio bene, ma per la conoscenza che ho del mio ufficio, il mio voto va a Salvato». Quindi Salvi ha argomentato: «La prevedibilità dell’azione giudiziaria è uno dei principali cardini della nostra attività. Pensate alle sfide che abbiamo dovuto affrontare con il Covid: dall’emergenza sanitaria, alla crisi d’insolvenza, dai casi conseguenti alla crisi delle imprese, all’applicazione delle sentenze della Corte Costituzionale a partire da quella sull’ergastolo ostativo, sulla preminenza dalla collaborazione processuale. A dare un impulso importante a tutti questi settori è stato Salvato», ha evidenziato Salvi. «Il vero cuore del lavoro della procura è il suo rapporto con la Corte, sta nel far vivere la nomofilachia. Il pg Salvato – ha ricordato ancora Salvi – vanta anche questa grandissima professionalità maturata nel rapporto con la Corte di Cassazione. Ma non minore è il terreno che si apre con la Corte di Lussemburgo, con l’entrata in vigore della Procura europea a cui ancora una volta ha dato un apporto importante. Ci sono tante sfide da portare avanti. E nel terreno del riparto di giurisdizione il pg Salvato è uno dei maggiori esperti», ha concluso.

Oltre a Salvi, hanno votato per Salvato: gli esponenti di Area (Giovanni Zaccaro, Giuseppe Cascini, Elisabetta Chinaglia, Alessandra Dal Moro, Mario Suriano), Unicost (Michele Ciambellini, Concetta Grillo) e Autonomia e Indipendenza (Giuseppe Marra e Ilaria Pepe), i togati indipendenti Carmelo Celentano (ex Unicost) e Sebastiano Ardita, i tre laici del Movimento 5Stelle (Alberto Maria Benedetti, Fulvio Gigliotti e Filippo Donati), il vicepresidente del Csm David Ermini, il presidente della Cassazione Pietro Curzio. Prima del voto ha preso la parola il consigliere Cascini, che ha ringraziato Salvi per «il contributo da lui offerto in quello sforzo che ci ha impegnato tutti o quasi tutti a partire dalla primavera del 2019 per recuperare la credibilità e l’autorevolezza della nostra istituzione», ricordando che il pg della Cassazione ha subito «indecorosi attacchi che gli sono stati rivolti in questi anni sul piano personale». Per Cascini gli attacchi sono arrivati «da chi, all’interno e dell’esterno della magistratura, ha pensato di cogliere l’occasione dello scandalo per regolare i conti con la magistratura, la cui colpa agli occhi di costoro è stata quella esercitare senza ambizioni e senza paura il controllo di legalità nei confronti di chi detiene il potere. Di questo desiderio di resa dei conti abbiamo registrato traccia nei recenti dibattiti sul referendum e sulla riforma del Csm. E qualche traccia è rimasta anche nelle norme approvate». Cascini ha anche espresso «rammarico per la incapacità della Commissione di pervenire, soprattutto per nomine così importanti, a scelte unitarie o, almeno, ampiamente condivise», sottolineando che mai come in questa occasione vi fosse un candidato, Salvato, che fosse portatore «in misura considerevole, di tutti gli indicatori speciali previsti da Testo Unico sulla dirigenza».

In magistratura dal 1980, Salvato è stato giudice nei tribunali di Lagonegro, Santa Maria Capua Vetere e Napoli e componente dell’Ufficio Studi del Csm, prima di approdare in Cassazione . Alla Suprema Corte ha cominciato come magistrato addetto al Massimario, poi è stato consigliere e ancora dopo sostituto procuratore generale, prima di ricoprire gli incarichi direttivi di avvocato generale dal 2018 e di Pg aggiunto dal 2020. Autore di numerosi saggi, è stato anche assistente di studio di tre giudici costituzionali . Alla procura generale della Cassazione si è occupato anche del settore disciplinare e ha rappresentato l’accusa nel processo all’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, che si è concluso con la sua rimozione dalla magistratura.

A Riello, invece, sono andati i voti dei consiglieri di Magistratura Indipendente (Antonio D’Amato, Loredana Micciché, Paola Maria Braggion, Maria Tiziana Balduini), dell’indipendente Nino Di Matteo (che solitamente, nelle decisioni, fa coppia fissa con Sebastiano Ardita), dei due laici di Forza Italia (Michele Cerabona e Alessio Lanzi) e del laico della Lega Emanuele Basile. Riello aveva già tentato la corsa per la carica di procuratore generale della Cassazione ed era stato sconfitto proprio da Giovanni Salvi.

A Salvato sono andati gli auguri di buon lavoro di Mattarella: «Sono certo che il procuratore Salvato saprà assicurare una guida efficace della Procura generale alla luce delle sue comprovate qualità professionali e della sua capacita’ organizzativa, aspetti messi in evidenza nella delibera appena approvata. Nella stessa misura saprà certamente fornire un contributo significativo ai lavori di questo consiglio».

giovedì, 23 Giugno 2022 - 18:04
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