E Draghi si dimette dopo il voltafaccia del Movimento 5Stelle: «Venuto meno il patto di fiducia»


E, alla fine, Mario Draghi si è dimesso. Con un comunicato inviato alle 18.45 agli organi di informazione, il premier ha deciso di mettere un punto all’esperienza di governo. A far saltare gli equilibri è stato ciò che resta, dopo la scissione, del Movimento 5Stelle, che ha fatto venire meno la fiducia al ‘Dl aiuti’ approdato oggi a Palazzo Madama. Il Governo aveva posto la fiducia al testo, ma i senatori hanno spiegato le ragioni del ‘no’, uscendo dall’Aula al momento della votazione. 

«Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall’inizio con una votazione» e i con i «pilastri della della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c’entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti», ha detto nel pomeriggio il leader dei 5s Giuseppe Conte uscendo dalla sua abitazione. «Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri. L’introduzione» di quella pagina «è stata la riunione del Cdm in cui i nostri ministri non hanno partecipato al voto». «Se noi prendiamo degli impegni con governo, Parlamento e cittadini e siamo coerenti, chi si può permettere di contestare questa linearità e questa coerenza? Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti».

Linea esplicitata anche da capogruppo pentastellato Castellone. «La linea è quella che seguiamo dal non voto in cdm, e poi alla Camera o oggi al Senato, dove abbiamo scelto il non voto nel merito di un provvedimento. Invece c’è tutta la nostra disponibilità a dare la fiducia al governo” in una eventuale verifica “a meno che Draghi non dica che vuole smantellare il reddito cittadinanza o demolire pezzo per pezzo ogni nostra singola misura, dal decreto dignità al cashback», ha detto il capogruppo del M5S Maria Domenica Castellone nella diretta de La7 con Enrico Mentana. «Noi abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo ma non permettiamo che si smantellino nostre misure», ha aggiunto.

Parole chiare e durissime. Che hanno fatto da apripista alle dimissioni di Mario Draghi. «Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più», ha detto il premier. «E’ venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche – ha aggiunto – Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani. Grazie». 

giovedì, 14 Luglio 2022 - 18:57
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