Morte Borsellino, Melillo chiede scusa a nome dello Stato: «Omissioni e errori, c’è stata vanità che ha ostacolato le indagini»

Giovanni Melillo (foto Kontrolab)

Nel giorno del 30esimo anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino e 5 agenti della sua scorta, non c’è spazio solo per le consuete cerimonie di commemorazione o per la solita retorica che accompagna il sacrificio del magistrato e degli agenti preposti alla sua tutela.

Nel giorno del 30esimo anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino arrivano le scuse, a nome dello Stato, «per tutte le omissioni e gli errori, ma anche per le superficialità e persino le vanità che hanno ostacolato la ricerca della verità sulla strage». Le parole sono del procuratore della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo e sono scolpite sulle colonne del Corriere della Sera in edicola oggi, martedì 19 luglio.

«A prescindere dalle responsabilità dei singoli, che si possono valutare soltanto nelle sedi istituzionali – dice Melillo – per la responsabilità della mia funzione non posso che chiedere pubblicamente scusa per tutte le omissioni e gli errori, ma anche per le superficialità e persino le vanità che hanno ostacolato la ricerca della verità sulla strage».

«Sono scuse – aggiunge – che porgo con rispetto e profonda consapevolezza ai familiari delle vittime e alle persone che, innocenti, sono state trascinate nel baratro della condanna per quel delitto». Sulle stragi di mafia di quegli anni resta ancora “molto” da scoprire, dichiara il procuratore, il quale specifica che «sin dal primo momento fu drammaticamente chiaro che le stragi rivelavano disegni e relazioni criminali difficilmente riconducibili alle sole strategie di un’organizzazione schiettamente criminale come Cosa Nostra. Molti elementi, anche di recente acquisizione, sembrano indicare quello scenario».

Le indagini, perciò, vanno avanti. «In questa prospettiva – annuncia Melillo – stiamo definendo un’apposita intesa con il Dis per rendere concretamente accessibili ai magistrati che indagano tutti i documenti dei servizi segreti versati all’Archivio di Stato».

martedì, 19 Luglio 2022 - 15:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA