Ponticelli, ora esplodono anche le bombe. L’urlo dei politici: «Camorra, questione nazionale. Situazione fuori controllo»

Foto tratta dalla fanpage di Sandro Ruotolo
di Laura Nazzari

C’è la faida a Ponticelli. Di nuovo. Come se, fino ad oggi, inchieste e arresti non fossero serviti ad arginare lo spazio di manovra della criminalità organizzata.

Cambiano i protagonisti del male, ma la scenaggiatura all’ombra di questi palazzoni di cemento è sempre la stessa: lo scontro armato per il controllo dello spaccio di droga e il business di droga. Uno scontro senza regole, con agguati in pieno giorno, anche tra la gente. Uno scontro che non conosce battute d’arresto anche di fronte all’omicidio di un innocente, Antimo Imperatore, ucciso nell’agguato il cui vero obiettivo era Carlo Esposito, legato ai De Martino-De Micco.

E così mentre la Direzione distrettuale antimafia e le forze dell’ordine indagano sul duplice omicidio del rione Fiat aumentando la presenza sul territorio e mentre, contestualmente, vengono colpiti i De Luca Bossa con 3 arresti importanti per una ‘stesa’ del 2 luglio, ecco che a Ponticelli la camorra torna a far sentire la sua voce. Con due bombe, esplose nella notte tra venerdì e sabato. Il primo episodio è avvenuto, poco dopo l’una, in via Virginia Woolf: una bomba artigianale è stata fatta esplodere sotto la vettura di una donna incensurata residente in zona. Danneggiate anche altre vetture che erano parcheggiate poco distante. Il secondo episodio, invece, è avvenuto, appena due ore dopo, in via Luca Pacioli: sembra che un ordigno sia stato lanciato da una vettura in transito sul cavalcavia. Anche in questo caso ci sono delle auto danneggiate.

La tensione è forte, il clima di oppressione da parte dei clan di quelli che in questa zona conoscono da sempre. Da 40 anni. L’associazione Libera è scesa in piazza, seguita da pochi cittadini, per gridare il proprio ‘no’ alla camorra e provare ad attirare l’attenzione delle istituzioni: venerdì scorso, 24 ore il duplice omicidio Esposito-Imperatore, Libera ha organizzato una marcia popolare dinanzi al rione Fiat, laddove si è consumato l’agguato.

«Vogliamo liberarci dalle violenze delle camorre, e vogliamo risposte certe e istantanee dalla politica e dalle istituzioni, che continuano a dormire e a restare in silenzio mentre in tutta la città, nella provincia e in tutta la Regione si moltiplicano fenomeni di violenza, di sopraffazione, mentre imperversano le ingiustizie sociali e ambientali, mentre le nostre vite continuano a peggiorare. Qui la maggior parte delle persone ogni mattina si alza e va a lavoro o a scuola nonostante l’assenza di politiche sociali, culturali, del lavoro. Dobbiamo unirci e costruire un futuro migliore, perché ce lo meritiamo», dicono i referenti dell’associazione.

Anche alcuni esponenti della politica hanno provato a suonare la sveglia. Il senatore Sandro Ruotolo  parla di «questione nazionale» e auspica che le «forze democratiche e progressiste mettano al centro dei loro programmi la lotta alla criminalità organizzata». «Siamo in emergenza democratica. La situazione è fuori controllo. Non è più tollerabile una situazione del genere – incalza – Ci stiamo drammaticamente assuefacendo alle stese, alle bombe, agli omicidi, alla violenza. Lo ripetiamo con forza lo Stato deve intervenire in modo efficace, visibile e proteggere chi vive in quel quartiere». Gli fa eco il magistrato Catello Maresca, consigliere comunale di opposizione a Napoli: «Serve una legge speciale per Napoli, prima che la situazione diventi irrimediabilmente compromessa. Stiamo entrando in una fase simile a quella dei primi anni ’80, in cui la provincia di Napoli contava tristi primati di omicidi di camorra. Chi non vede o non vuole vedere è complice della malavita». 

Dello stesso avviso anche il segretario provinciale del Pd Napoli, Marco Sarracino: «Gli episodi che continuano a verificarsi in città devono diventare una questione nazionale. Non smetteremo mai di dirlo. Siamo in una vera e propria emergenza, eppure sembra forte il rischio che ci si abitui a tutto quello che si sta verificando. Bisogna intervenire, garantendo sicurezza e protezione. Occorrono segnali forti nei confronti di chi resta e combatte contro la prepotenza e il malaffare. Il Pd farà la sua parte». 

domenica, 24 Luglio 2022 - 11:55
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