Nordio, Pecoraro, Crosetto, Scaroni, Ricolfi: tutti i nomi della Presidente. Ecco il toto ministri dell’era Meloni


Evitare il caso Savona, accontentare gli alleati e premiare la meritocrazia. E’ intorno a questi tre obiettivi che ruota il lavoro di Giorgia Meloni, premier in pectore, per formare il nuovo Governo. Un esecutivo che deve prima di tutto accontentare gli alleati, tra i quali scalpita, nonostante il non eccellente risultato elettorale, Matteo Salvini; e che deve essere composto da nomi che rassicurino il più possibile al fine di evitare appunto il caso Savona scoppiato alla formazione del Conte I giallo-verde quando Mattarella bocciò l’ipotesi dell’economista anti euro alla guida del dicastero per l’Economia.

Sul piano dei rapporti con la Lega, si registra il confronto di un’ora tra Meloni e Salvini avvenuto ieri mattina; un incontro che la stampa racconta come disteso, al termine del quale Fratelli d’Italia e Lega parlano di  «unità di intenti e grande collaborazione». Il colloquio avviene all’indomani del primo faccia a faccia con Antonio Tajani, in rappresentanza dell’altro principale partito alleato, Forza Italia. E se, da una parte, corrisponderebbe al vero – lo confermano tutti i partiti – che al momento la discussione sulla squadra è ancora in alto mare; sono fitte le indiscrezioni che circolano tra i corridoi dei palazzi della politica.

«Non si è parlato né oggi e né in questi giorni di nomi, incarichi, attribuzioni di deleghe né separazioni di ministeri e sono prive di fondamento retroscena di stampa su presunti veti, così come le notizie già smentite da Palazzo Chigi su un ‘patto’ Meloni-Draghi» dicono da via della Scrofa.

Ma è inutile dire che da lunedì il toto ministri impazza e molte delle ipotesi fatte circolare da beneinformati e giornalisti appaiono più che realistiche. Proviamo a darne uno scorcio.

Antonio Tajani e Matteo Salvini potrebbero avere il ruolo di vicepremier. Tajani inoltre, in ragione della sua esperienza quale presidente del Parlamento Ue, potrebbe ottenere addirittura la Farnesina o, in alternativa, la presidenza della Camera. Per il Ministero degli Esteri sarebbero in pole anche Giulio Terzi di Sant’Agata, già alla Farnesina con Monti e oggi rieletto con FdI, Elisabetta Belloni, attuale capo dei Servizi, già candidata di Lega e M5S al Quirinale e l’ambasciatore Stefano Pontecorvo.

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Carlo Nordio sarebbe l’obiettivo di FdI alla Giustizia, dicastero per il quale Salvini propone la Bongiorno cui invece potrebbero andare le Pari Opportunità; mentre Fabio Panetta, economista molto amato negli Usa e quindi con biglietto da visita rassicurante, potrebbe andare alle Finanze.

A occuparsi di energia in un periodo storico complicatissimo potrebbe arrivare il presidente del Milan già amministratore delegato Enel Paolo Scaroni: anche in questo caso una scelta di competenza e rassicurante negli scenari europei.

Guido Crosetto, da qualche anno dimessosi da parlamentare, sarebbe in pole per il Ministero dello Sviluppo Economico, che soffierebbe al leghista Giorgietti ancora in carica. Per il ministero della Difesa qualcuno fa il nome di Ignazio La Russa ma quotati sono anche Adolfo Urso di FdI e ancora Antonio Tajani. L’importante è che in quel ministero ci sia un politico.

Per il Viminale si esclude Matteo Salvini e si fanno due nomi: Giuseppe Pecoraro, ex prefetto di Roma entrato in Parlamento con Fratelli d’Italia, e Matteo Piantedosi, capo di gabinetto di Salvini ministro dell’Interno. Raffaele Fitto viene indicato per gli Affari europei, in alternativa Bernini di FI.

Alle infrastrutture la Lega vorrebbe Edoardo Rixi, che potrebbe spuntarla sull’azzurro Alessandro Cattaneo e sul cognato di Giorgia Meloni Francesco Lollobrigida. Luca Ricolfi è invece un nome quotato per l’Istruzione. Per la Sanità si fanno i nomi della forzista Licia Ronzulli o di Letizia Moratti. Vittorio Sgarbi alla Cultura e Massimiliano Fedriga (governatore leghista del Friuli) al Lavoro sarebbero invece altri due possibili tasselli del puzzle meloniano.

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giovedì, 29 Settembre 2022 - 09:28
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